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Pedaggi, il no del Tar a rincari della manovra E il governo fa ricorso

Il Tar: al pagamento deve corrispondere un servizio, e dunque l’utilizzo di un’infrastruttura, e non può trattarsi di una mera tassa. La Lega sul piede di guerra: "Quando non è il Nord a pagare, niente rincari"

Pedaggi, il no del Tar 
a rincari della manovra 
E il governo fa ricorso

Roma - Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto che ha disposto l’aumento dei pedaggi autostradali. I giudici hanno accolto le richieste della provincia di Roma, del Comune di Fiano Romano e della Provincia di Pescara, sostenendo che al pagamento deve corrispondere un servizio, e dunque l’utilizzo di un’infrastruttura, e non può trattarsi di una mera tassa. La Lega sul piede di guerra: "Quando non è il Nord a pagare, niente rincari". E il governofa sapere che farà ricorso al Consiglio di Stato.

Le motivazioni del Tar "Il provvedimento impugnato - si legge nelle ordinanze - per essere coerente con la finalità enunciata deve assumere il carattere di corrispettivo per l’utilizzo di una infrastruttura; al contrario, tale carattere non appare sussistente in alcune delle ipotesi evidenziate, vale a dire in tutte quelle che prevedono il pagamento del pedaggio in relazione ad uno svincolo stradale non necessario e non interessato dalla fruizione dell’infrastruttura".

Lega sul piede di guerra "E' l'ennesima dimostrazione del caos che regna in un Paese in cui chiunque può bloccare le decisioni del governo", ha dichiarato il viceministro alle Infrastrutture e Trasporti della Lega Nord Roberto Castelli. "Questa sentenza - dice Castelli - mette a repentaglio la credibilità di tutti i piani economico-finanziari delle grandi infrastrutture realizzate in finanza di progetto quali Brebemi, Pedemontana, Tem, Cecina-Civitavecchia e ribadisce per l'ennesima volta l`incertezza del sistema Paese, che è la causa fondamentale dei mancati investimenti internazionali in Italia".

"Se è il Nord che paga, allora è tutto regolare: ma quando anche altre Regioni del Centro-Sud sono chiamate a rimboccarsi le maniche, contribuendo come tutti al buon funzionamento della macchina statale, allora - ha spiegato il presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Davide Boni - la burocrazia interviene prontamente, bloccando in tempi record una decisione storica assunta dal Governo nell’ambito della manovra finanziaria".

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