Cronache

Olbia, hacker in manette: un software per spiare tutte le targhe della auto

Per soli 49 euro l'hacker vendeva un software che permetteva di fare visure illimitate alla banca dati del Pra su intestatari e targhe delle auto. La polizia postale ha scongiurato una complessa attività criminale

Olbia, hacker in manette: 
un software per spiare  
tutte le targhe della auto

Roma - Arrestato ad Olbia il pirata informatico che offriva a pagamento accessi illeciti alla banca dati del Pra. La polizia postale ha scongiurato una complessa attività criminale che partiva dal furto di identità digitale fino alla commercializzazione su ampia scala di informazioni sottratte da banche dati.

L'arresto dell'hacker Si è conclusa con l’arresto dell’hacker che ha diffuso sulla rete il software UrbanPra che permetteva di fare visure illimitate alla banca dati del Pre su intestatari e targhe delle auto. L'abbonamento al costo di una tantum di 49 euro. Le indagini, coordinate dalla procura di Roma, sono partite grazie alla segnalazione dei vertici dell’Aci, azienda titolare dei sistemi informatici che ospitano la banca dati del PRA, che recentemente ha stipulato una convenzione con il Dipartimento della pubblica sicurezza per per proteggere le proprie infrastrutture dai crimini informatici informatiche.

Il problema della sicurezza informatica E' sempre più stringente la necessità di sensibilizzare chi utilizza gli strumenti informatici. L’indagine ha infatti dimostrato come investimenti di centinaia di migliaia di euro fatti da importanti istituzioni ed enti governativi per proteggere le loro reti e banche dati a fronte della minaccia di attacchi possono essere completamente vanificati dalla vulnerabilità che grava sul personal computer in uso ad un dipendente di un piccolo ente periferico con l’antivirus non aggiornato o che non osserva con diligenza le basilari procedure di sicurezza. Il tema della sicurezza diviene ancor più sensibile laddove i sistemi o i servizi informatici attaccati rappresentano a tutti gli effetti infrastrutture critiche informatizzate di interesse nazionale. Nel cyberspazio la minaccia da fronteggiare non può trovare risposte convenzionali né isolate e tanto meno esaurirsi in meri investimenti tecnologici.

Le forze in campo Si tratta di un campo di battaglia dove si fronteggiano forze asimmetriche e dove sarebbero inadeguate tattiche difensive circoscritte ai propri confini naturali; occorre considerare il cyberspazio come territorio e patrimonio comune, per la cui sicurezza è indispensabile il contributo e l’azione sinergica di tutte le componenti, pubbliche e private, che a vario titolo lo utilizzano o vi sono esposte.

Il ministero dell’Interno ha da tempo compreso ciò e dal 2003 ha stipulato accordi di partenariato per la protezione delle infrastrutture critiche nazionali dagli attacchi informatici, demandando le attività operative al Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche della polizia postale.

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