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Ed ecco la Giunta Pisapia: prima legalizza il Leonkavallo poi "imbavaglia" CasaPound

Dall'Anpi a Moni Ovadia, dal Sel all'assessore Boeri barricate contro la presentazione del libro su Casa Pound. Contro i giovani di destra la stessa sinistra che legalizza il Leonka

Ed ecco la Giunta Pisapia: prima legalizza il Leonkavallo poi "imbavaglia" CasaPound

Bavaglio a Casapound. E bavaglio pure alla Provincia di Milano. La sinistra meneghina, galvanizzata dalla rivoluzione arancione targata Giuliano Pisapia, vuole arrogarsi il diritto di decidere chi può esprimersi e chi, invece, deve tacere. Le associazioni di destra, per esempio, non possono essere ospitate da Palazzo Isimbardi. Altrimenti artisti ed esponenti dell'intellighentia rossa (Moni Ovadia e Renato Sarti, tanto per fare un paio di nomi), l’Anpi e una manciata di politici locali (il consigliere comunale di Sel Mirko Mazzali, per citarne un altro) stanno facendo i diavoli a quattro. Non gli va proprio giù l’iniziativa che il 3 dicembre ospiterà, in una sala della sede della Provincia di Milano, i giovani della destra radicale milanese di Casa Pound. Un convegno che trova la contrarietà anche dell’assessore alla cultura del Comune di Milano Stefano Boeri.

Libertà a senso unico. Mentre Palazzo Marino ospita esponenti delle famiglie rom, che occupano abusivamente il territorio cittadino, e le comunità islamiche per trovare la quadra sui centri islamici da edificare nei quartieri di Milano, Palazzo Isimbardi non può incontrare i ragazzi che si ispirano alla storica Casa Pound, occupazione non conforme che, a Roma, dà un posto dove dormire a diverse famiglie italiane che non si potrebbero permettere di pagare il mutuo. Per la sinistra milanese, insomma, la destra non può essere ricevuta dalla Provincia.

"Il 3 dicembre la città non potrà essere macchiata con l’iniziativa patrocinata dalla Provincia a Palazzo Isimbardi assieme al gruppo neofascista Casa Pound", si legge nell’appello che punta a boicottare la presentazione di un libro sul centro sociale di destra. La sinistra milanese chiede, invece, che quella si trasformi in "una giornata partigiana e antifascista". Contro l’evento si è subito schierato, anche Boeri che, su Facebook, scrive che la Provincia "ospita nella sua sede" un’iniziativa organizzata da "un gruppo protagonista di aggressioni, coltelli alla mano, a studenti a Napoli e militanti Pd a Roma". Boeri ha, infatti, invitato a non lasciar "cadere nell’indifferenza il fatto che un'ente locale (con tanto di apostrofo), ripeto, un’ente locale, dia spazio a Milano oggi a chi predica il razzismo e l’antisemitismo". Fa sorridere che a puntare il dito contro Casa Pound si un esponente di quella stessa giunta Pisapia che sta regolarizzando un centro sociale come il Leoncavallo dove, ogni anno, si festeggia la semina della marijuana. Ma questa fa sempre parte del bieco doppiopesisimo della sinistra.

In realtà, già ieri sera, il presidente del Consiglio provinciale, Bruno Dapei, aveva fatto sapere che la sala della Provincia è stata concessa non a Casa Pound, ma al Pdl per un convegno. Nonostante la smentita l'assessore alla Cultura ha continuato nella polemica. "E' grave dare una notizia già smentita - lo ha incalzato Dapei - così come scrivere 'un ente' con l’apostrofo".

Ribadendo che la notizia riportata da Boeri è falsa, Dapei ha quindi "lasciato ad altri giudicare se sia più grave che l’assessore alla Cultura della mia città riproponga una notizia già ufficialmente smentita o che scriva 'un ente locale' con l’apostrofo".

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