Cultura e Spettacoli

La fortuna (e le sfortune) di Tolkien

A che serve e a chi serve una bibliografia? Ai topi di biblioteca ed ai maniaci delle fonti, risponderà qualcuno. Non sempre è così. A esempio, le bibliografie particolari, dedicate ad esempio ad un singolo scrittore, rivelano il suo percorso culturale, l'accettazione degli editori, la popolarità presso i lettori. Magari anche qualcosa d'altro.
Prendiamo J.R.R.Tolkien. La sua opera è nota in Italia ormai da quasi mezzo secolo, esattamente 47 anni. La Compagnia dell'Anello, la prima parte de Il Signore degli Anelli, venne pubblicata dalla casa editrice romana Astrolabio, specializzata in psicologia e orientalistica, ma non ebbe un grande successo. Il titolare, Mario Ubaldini che lo conosceva bene, vendette diritti e traduzione ad Alfredo Cattabiani, il quale era stato messo sull'avviso da Elémire Zolla, e così uno dei primi libri della Rusconi fu il volume integrale de Il Signore degli Anelli che uscì nel 1970, una data storica considerando che la prima edizione originale era apparsa a causa della lunghezza complessiva divisa in tre tomi nel 1954-55. Rusconi ebbe quel coraggio di fare quanto in precedenza altri editori più solidi e importanti, come Mondadori, non avevano avuto.
Adesso Oronzo Cilli, che fu uno degli organizzatori del convegno internazionale dedicato a Tolkien svoltosi a Bruxelles nel 2004, pubblica, con la collaborazione della Società Tolkieniana Italiana, J.R.R.Tolkien. La bibliografia italiana dal 1967 a oggi, pagg. 158, euro 10, edito da L'Arco e la Corte di Bari (arcoelacorte@libero.it), risultato della esperienza del suo sito Tolkieniano Collection creato nel 2008. Una fonte di informazioni sorprendente.
Cilli infatti non si limita a fornirci il regesto delle edizioni di tutte le opere del professore oxoniense stampate nel nostro Paese, ma vi aggiunge i testi dei risvolti e della quarta pagina di copertina e le indicazioni di quanti vi lavorarono intorno: traduttori, curatori, prefatori, illustratori, nonché altre notizie utili o curiose. Ad esempio, apprendiamo che nella edizione del Signore degli Anelli di Bompiani del 2003, per la prima volta rivista dopo trent'anni e in cui una équipe della Società Tolkieniana Italiana effettuò almeno cinquecento fra interventi e correzioni, a causa di un errore d'impaginazione sono saltate venti righe nel capitolo Molti incontri della prima parte, mai ripristinate (e sarebbe ora di farlo). Non mancano le statistiche in forma di grafico, da cui risulta che l'anno che vide più edizioni tolkieniane è stato il 2000 con venti titoli (fu il momento in cui Bompiani subentrò a Rusconi), seguito dal 2006 con quattordici, dal 1997 con tredici e dal 1993 e dal 2002 con dieci. Sono presenti anche gli elenchi di curatori, illustratori e traduttori, questi ultimi una ventina e Cilli giustamente nota come ciò abbia portato ad una versione diversa di molti nomi di persone e luoghi.

La discrasia, all'inizio assai fastidiosa, la si sta cercando di ovviare da quando Bompiani ristampa un po' alla volta i testi editi in precedenza da altri.

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