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La Nato schiera 40mila soldati a Est contro Putin

L'annuncio dato dal segretario generale dell'Alleanza, Jens Stoltenberg. Tutti i paesi della Nato pronti ad aumentare le spese militari

La Nato schiera 40mila soldati a Est contro Putin

Il vento che soffia tra la Russia e la Nato è un vento di tempesta. La Nato si guarda bene dal mettere gli scarponi sui territori della Libia e dello Stato Islamico, ma non attende a schierare armi e soldati contro Mosca. Da qualche ora, infatti, l'Alleanza ha deciso di portare 40mila uomini al confine con la Russia per "rispondere" alle recenti decisioni in campo militare e politico di Putin.

Mentre si apprestava ad entrare alla riunione dei ministri della Difesa della Nato, il segretario generale Jens Steltenberg già dava per certa la decisione - poi resa ufficiale - di "aumentare da 13mila a 40mila le truppe" in Europa. Una mossa militare e strategica importante, che forse non può impensierire i 150mila uomini che Putin ha già schierato al confine, ma sicuramente aiuterà ad aumentare la tensione.

La Nato ha accusato più volte il Cremlino di aver avviato l'escalation del riarmo con l'annessione della Crimea. Un atto "non difensivo", al contrario di quello proposto dall'Alleanza, perché "annettere una parte del territorio di un altro paese non lo è". Intanto l'organizzazione militare va avanti. Oltre alle numerose truppe da schierare sul campo, la Nato punta a velocizzare il processo decisionale per muovere i soldati in caso di emergenza. Verranno realizzati sei nuovi "quartier generali" in altrettanti paesi membri dell'Est. Ogni sede avrà a disposizione circa 40 persone che dovranno pianificare e assistere le attività di rafforzamento della Nato. "Ci aspettiamo che siano pronte entro la fine dell'anno - ha detto Stoltenberg - il nostro obiettivo è avere un collegamento tra le forze nazionali e quelle multinazionali".

E poi c'è la quetione della spesa militare. Il riarmo costa, e i Paesi Nato fino ad oggi hanno tirato quanto più possibile la cinghia. Ma ora Stoltenberg chiede agli alleati di "destinare almeno il 2% del prodotto interno lordo alle spese per la difesa". "I nostri sforzi - ha aggiunto - devono essere sostenuti con adeguati finanziamenti: alcuni progressi sono stati fatti, ma dobbiamo vederne di più".

La risposta del Cremlino non si è fatta attendere. Il portavoce del ministero della Difesa russo, il generale Jurij Jakubov, ha definito la decisione del Pentagono di schierare centinaia di carri armati e semoventi d'artiglieria in Europa Orientale, a ridosso dei confini russi, "l'atto più aggressivo dai tempi della Guerra fredda".

E probabilmente è solo uno dei primi capitoli del nuovo conflitto tra la Nato e Mosca.

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