Cultura e Spettacoli

"50 fumature di Renzi. Così faccio tornare l'ironia del Bagaglino"

Intervista a Pier Francesco Pingitore. Il suo nuovo spettacolo debutta giovedì al Salone Margherita di Roma. "La satira non è insulto. E, se non fa ridere, è soltanto propaganda"

"50 fumature di Renzi. Così faccio tornare l'ironia del Bagaglino"

Nelle sue commedie da cabaret, Pier Francesco Pingitore si rivolge allo stato d'animo insieme più universale e più rivoluzionario delle masse, al riso. Senza nulla togliere alla tragicità dell'epoca, adesso tocca a 50 fumature di Renzi ravvivare la stagione comica del Bagaglino, compagnia che Ninni, calabrese classe 1934, voleva chiamare «Bragaglino» in onore di Anton Giulio Bragaglia (ma gli eredi dell'autore futurista gli fecero togliere la «r»). L'ex-giornalista, poi autore e regista, che nel 1965 fondò la sua compagnia con il compianto Mario Castellacci Castellacci&Pingitore fu brand consolidato -, ha scoperto Valeria Marini, creato Pamela Prati, lanciato Carmen Russo, promosso Eva Grimaldi e Aida Yespica. Sempre con il suo caratteristico cappello a tese larghe in testa e gli occhiali a goccia sul naso, su e giù tra la «nera» Piazza Vescovio, dove abita, e le paillettes lucide di Via dei Due Macelli, dove sorge il cafè chantant del Salone Margherita. E da giovedì ci ritorna (fino al 17 gennaio), con la carica vintage dell'avanspettacolo puro: battute, barzellette, sberleffi e soubrettes vecchie e nuove per una parodia dell'attualità politica, la più mordace e divertente, se possibile.

Caro Pingitore, il titolo 50 fumature di Renzi è già una parodia?

«Certo. Partiamo dal film di Sam Taylor-Johnson, 50 sfumature di grigio, e leviamo la s iniziale. Perché, ormai, a furia di promesse, Renzi, maestro delle attività fumose, si è appunto fumata la credibilità politica. La sua attività governativa, infatti, sembra sfocata e annebbiata, a furia di annunci. In faccia alla gente si butta un sacco di fumo, per opacizzarne il pensiero critico e lasciarla all'oscuro».

Com'è il «suo» Matteo Renzi?

«Come un premier dedito all'uso e all'abuso della frusta: per un politico, in effetti, la tentazione di usare lo staffile per tener buone le masse, è sempre in agguato. Io non amo il Potere. E' il Potere che ama me, dice e parte lo schiocco di frusta. Nella parte del presidente del Consiglio c'è Demo Mura, calato nel ruolo alla perfezione».

Renzi frusterà anche la sua protetta Maria Elena Boschi?

«Nell'immaginario, ormai, si è installato un po' di questo retroterra tra i due in carne e ossa. In 50 fumature di Renzi, la Boschi viene immaginata come un oggetto del desiderio, spinto al limite dei giochi pericolosi».

Chi vestirà i (pochi) panni della Boschi?

«Sul palco c'è Manuela Zero, una ballerina napoletana bellissima che è anche protagonista del nuovo film di Pieraccioni. Ha solo 27 anni, ma imita la Boschi in modo impeccabile: So contenta e so' bona, esordisce».

Lo spirito del Bagaglino è spesso dileggiato: sarebbe «trash», fuori dal tempo e via denigrando. Lei che ne pensa?

«Se fossi stato di sinistra, mi avrebbero dato il premio Nobel! Ma mi limito a citare Orazio: chi mi impedisce di dire la verità sorridendo? Di mescolare la Storia alta e la storia bassa? Io faccio satira e se la satira non fa ridere è soltanto propaganda. Quando cito Orazio, il più delle volte in latino, a partire da castigat ridendo mores, la gente mi guarda come fossi pazzo. Spesso si fa satira, o si pensa di fare satira, solo perché s'insulta qualcuno. Questo lo spirito del Bagaglino non lo fa. E il pubblico ci ha sempre premiato. E ci ha sorriso».

Non è intruppato a sinistra, quindi è di destra, se ancora hanno senso queste definizioni?

«Quando mi chiedono se sono di destra, rispondo sempre: avrei voluto essere di sinistra, ma non c'era più posto».Nel nuovo avanspettacolo torna Pamela Prati. Dopo la Bellucci lady Bond cinquantenne, lancia la showgirl di mezzo secolo?«Pamela è la nostra bandierina: è bella, a dispetto dei cinquant'anni, balla divinamente e ha un grande senso dell'umorismo. Le donne, inoltre, la gradiscono, vedendo in lei l'eterno femminino e, siccome è brava a prendersi in giro, non la temono.

Svestita da egiziana fa concorrenza alle ventenni».

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