Cronache

Spunta il nome della fonte dello scandalo Panama Papers

Si firma con uno pseudonimo: John Doe. Un nome usato dagli statunitensi per usano per le persone prive di un’identità certa. È lui la fonte degli 11 milioni di file segreti che stanno inchiodando l'evasione fiscale degli uomini di potere di tutto il mondo

Spunta il nome della fonte dello scandalo Panama Papers

Tutto è partito da quello che in gergo viene chiamato "gola profonda", un informatore anonimo che ha deciso di parlare. Così è iniziata la vicenda scandalo dei Panama Papers.

"Salve. Sono John Doe. Siete interessati a ricevere dei dati che renderanno pubblici dei crimini?". Era il 2014, quando l'informatore ha ha contattato la Süddeutsche Zeitung. John Doe, uno pseudonimo, lo stesso che gli americani usano per le persone prive di un’identità certa. Ma chi è veramente? Un eroe? un hacker? un chiacchierone? o semplicemnte un ex dipendente della Mossack Fonseca stanco di coprire fiumi di denaro sporco? Per ora sappiamo solo che è la fonte dei Panama Papers, e forse è l'unica cosa che sapremo.

Dal primo messaggio inviato ha voluto totale protezione: anonimato assoluto e comunicazioni attraversi canali criptati senza incontrarsi mai di persona. Come scrive Il Corriere della Sera Bastian Obermayer, il giornalista investigativo della Süddeutsche Zeitung, ha prima cercato di capire l'entità dei dati: "Di quanti dati stiamo parlando?". Secca la risposta di Doe: "Più di quanti tu ne abbia mai visti". E non mentiva, circa 11,5 milioni file. Dati sensibili che vanno controllati e proteggi, come va difesa la fonte. E come? Con applicazioni criptate che funzionano cioè solo previo scambio di un codice. Threema, Signal via smartphone. PGP per gli scambi via mail, spiega Il Corriere della Sera. Andy Greenberg su Wired Usa racconta inoltre che John Doe e Obermayer per essere certi dell'entità dell'uno e dell'altro hanno aggiunto un ulteriore codice: domande semplici con risposte senza senso stabilite in precedenza. "Oggi c’è il sole vero? Ti vorrei dire che sulla luna oggi piove".

John Doe, probabilemente, rimarrà un anonimo, marchiato di un nome qualunque, usato come "modello"per coloro che non hanno identità. Sarà il futuro a dire se la sua soffiata sarà servita a rendere il mondo un luogo meno sporco.

Intanto L'Economist si chiede se sia lui "l'idealista" il cui sacrificio è necessario per cambiare il mondo.

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