Cronache

Spaccio in una scuola media. Due ragazzini bocciati. Ma il sindaco non ci sta

Fa discutere la decisione del consiglio d'istituto di una scuola media di Giussano (Monza e Brianza) di espellere e non ammettere all'esame di terza due ragazzi sorpresi a scambiarsi una dose di marijuana. Il sindaco: "Li porterò all'esame da privatisti"

Spaccio in una scuola media. Due ragazzini bocciati. Ma il sindaco non ci sta

Due ragazzini di quattordici anni si sono scambiati una dose di droga, in classe, durante una lezione di inglese. Alcuni compagni di classe hanno avvertito il professore, presente in quel momento in aula e più tardi i due sono stati portati dai carabinieri, con i rispettivi genitori. Nei loro confronti è scattata una denuncia e, dopo l'intervento del consiglio d'istituto, l'esclusione dall'esame di terza media. Il fatto è avvenuto a Giussano (Monza e Brianza), nella scuola media Don Rinaldo Beretta.

I due protagonisti, come dicevamo, sono due compagni di classe: un ragazzo e una ragazza. Lui ha passato la marijuana a lei. Il prof, avvisato da altri studenti, ha subito sospeso la lezione e chiamato la vicepreside, che ha fatto intervenire le forze dell'ordine. A far discutere è soprattutto la decisione del consiglio d'istituto: espulsione dalla scuola e non ammissione. Come riporta Repubblica la preside, Silvana Varenna, parla di "decisione giusta, presa per il loro bene. Per questi due ragazzi il conseguimento della licenza media è di secondaria importanza. Prima è necessario che seguano un percorso che aiuti loro a riflettere".

Ma sulla vicenda interviene anche il sindaco di Giussano, Matteo Riva, che non è d'accordo con quanto deciso dall'istituto: "Capisco il timore degli altri genitori, ma la scuola è inclusione, anche in presenza di comportamenti erronei. Così rischiamo di etichettare i due ragazzi come persone sbagliate, che invece hanno il diritto di dimostrare di aver compreso l'errore" . E il primo cittadino fa sapere che intende "aiutare" i due ragazzi portandoli all'esame di terza media da privatisti. Giusto perdonarli subito? Oppure sarebbe meglio far sentire loro l'effetto di un'azione sbagliata? A scuola i ragazzi si dividono, così come i loro genitori. LO stesso avviene sui social network.

Da un lato c'è la richiesta di legalità e il sacrosanto rispetto delle regole, dall'altro la necessità di non abbandonare al loro destino due giovanissimi che sbagliano.

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