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Homs, i "ribelli moderati" massacrano gli alawiti

Ennesimo massacro di alawiti da parte dei “ribelli moderati” anti-Assad

Homs, i "ribelli moderati" massacrano gli alawiti

Ennesimo massacro di alawiti da parte dei “ribelli moderati” anti-Assad. Sono i superstiti del villaggio di Zara, appena fuori Homs, a parlare: “…la maggior parte di loro erano stranieri, hanno attaccato il nostro villaggio, hanno ucciso famiglie intere”, racconta Ahmad Muhammad al Qasem. Un altro superstite del villaggio, Munzer Qasem, racconta che i jihadisti non hanno risparmiato nessuno, donne, anziani, bambini, trucidati senza pietà all’interno delle proprie abitazioni. Abdou Khalifa denuncia invece la scomparsa di molte donne e anche di bambini, portati via dai jihadisti. Il gruppo “Ahrar al-Shams” (i cosidetti “uomini liberi della grande Siria), curiosamente definito da alcuni simpatizzanti anti-Assad come “ribelli moderati”, hanno ammesso di aver attaccato il villaggio ma smentiscono di aver messo in atto violenze sui civili. Peccato che le drammatiche immagini che stanno iniziando ad emergere mostrano ben altro; è evidente una vera e propria pulizia etnica di alawiti perpetrata da gruppi radicali sunniti, immagini di donne massacrate sul pavimento mentre due terroristi le calpestano con “orgoglio”, altri corpi straziati al suolo in un lago di sangue. Mosca aveva chiesto da tempo al Consiglio di Sicurezza dell’ONU di inserire Ahrar al- Shams, Jaish al-Islam e altri gruppi della cosidetta “coalizione moderata” (supportati da Turchia, Arabia Saudita e Qatar) nella lista dei gruppi terroristi, facendoli così diventare potenziali bersagli dell’offensiva contro i jihadisti, ma la proposta era stata osteggiata da Usa e Gran Bretagna. Il rifiuto pare fosse legato al fatto che “inserire nella blacklist gruppi che sottoscrivono l’iniziativa per la cessazione delle ostilità potrebbe avere conseguenze controproducenti sul cessate il fuoco”.

Purtroppo le “conseguenze controproducenti” le stanno invece pagando gli alawiti, vittime di una vera e propria pulizia etnica perpetrata da questi “uomini liberi della grande Siria” e dai loro alleati e tutto sotto gli occhi della comunità internazionale. Il gruppo “Ahrar al-Shams” nasce nel 2011 con l’obiettivo di combattere Assad e rimpiazzare il regime laico con uno islamista, arrivando a una sessantina unità a inizio 2013, principalmente collocate nelle zone di Idlib, Hama e Aleppo.

Le varie sotto-milizie dell’unità Ahrar al-Shams hanno nomi come “Qawafil al- Shuhada” (le carovane dei martiri), “Ansar al-Haqq” (partigiani della verità) e “al- Tawhid wa l-Iman” (unicità divina e fede), non lasciando così alcun dubbio sull’ideologia perpetrata da tale fazione.

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