Cronache

Papa Francesco bacchetta la Chiesa: "Deve chiedere scusa ai gay"

Papa Francesco di ritorno dall'Armenia: "Martin Lutero? Era un riformatore". E sulla Brexit: "Serve creatività per ritrovare le radici della Ue"

Papa Francesco bacchetta la Chiesa: "Deve chiedere scusa ai gay"

Nessun passo indietro. Nel giorno dell'attacco frontale di Ankara, papa Francesco ribadisce che quello perpetrato contro gli armeni dai turchi è stato un genocidio. "Mi dicono che è offensivo parlare di genocidio. Ma io sempre ho parlato dei tre genocidi: quello armeno, quello nazista e l'ultimo, quello di Stalin". Sul volo di ritorno da Yerevan, capitale dell'Armenia, Bergoglio ha affrontato con i giornalisti i problemi e le emergenze di stringente attualità.

L'appello per un'Europa meno massiccia

A pochi giorni dal voto degli inglesi che ha aperto la strada alla Brexit, papa Francesco ha lanciato un appello affinché da quel referendum possa scaturire un modo diverso di condurre l'Unione Europea. Per il Santo Padre servirebbe "più libertà". Per questo sarebbe opportuno, ha spiegato, "pensare un'altra forma di unione". "Alcuni desiderano più autonomia - ha osservato conversando con i giornalisti nel volo da Yerevan - vogliono avere certe cose che sono della nostra cultura". Il Pontefice ha evidentemente alluso all'autonomia rivendicata non solo dalla Gran Gran Bretagna. Dunque, ha spiegato, "bisogna avere un passo che crea unità, ma anche una sana disunione". "E si deve essere creativi - ha, quindi, suggerito il Papa - anche in questo, come si deve esserlo per creare lavoro (è urgente con Il 25 per cento dei ragazzi senza lavoro in paesi come l'Italia)". "C'è qualcosa - ha scandito Bergoglio - che non va nell'Unione massiccia. Ma attenti: non buttiamo dalla finestra il bambino con l'acqua sporca".

Le scuse agli omosessuali

Papa Francesco ripete quanto aveva detto nel suo primo viaggio apostolico: "Gli omosessuali non vanno discriminati ma rispettati e accompagnati pastoralmente. Si può condannare per motivi non teologici ma di comportamento politico. Ma non c'entrano le persone. Una persona che è in quella condizione e ha buona volontà, che cerca Dio chi siamo noi per giudicarla?". Nei giorni scorsi, durante una grande conferenza, il cardinale Reinhard Marx, presidente della Conferenza episcopale tedesca, ha detto che, dopo la strage nel locale omosessuale a Orlando, la Chiesa Cattolica deve chiedere scusa alla comunità gay per averli marginalizzati. Oggi il Santo Padre ha rincarato la dose: "Non solo deve chiedere scusa a questa persone ma anche ai poveri, alle donne sfruttate, ai bambini violati. Chiedere scusa di aver benedetto tante armi". Poi si è ripreso: "Diciamo che debbono chiedere scusa i cristiani, la Chiesa è santa... i peccatori siamo noi". "Se una famiglia era divisa non si poteva - ha ricordato il Papa che è tornato per l'ennesima volta a criticare le dogane pastorali del passato - andare in casa loro. La cultura è cambiata grazie a Dio. Dobbiamo chiedere scusa: è una parola che abbiamo dimenticato. Il prete padrone e non padre. Il prete che bastona e non il pastore". Ma, anche se ancora "esistono tradizioni in alcune paesi e culture che hanno mentalità diverse, nella Chiesa ci sono tanti che aiutano gli altri: penso ai laici e alle suore in Africa. Il grano e la zizzania crescono insieme. Non dobbiamo scandalizzarci".

"Il Papa è uno solo"

"Benedetto è Papa Emerito, non un secondo Papa. Ed è fedele alla sua parola. Per me è il nonno saggio in casa". Bergoglio ha risposto così a una domanda sulle affermazioni di monsignor George Gaenswein, segretario di Ratzinger e prefetto della Casa Pontificia, che ha parlato di "ministero petrino condiviso". "Non ho letto quella dichiarazione, impegnato com'ero nella preparazione del viaggio", ha confidato. Ma, poi, ha messo in chiaro: "Benedetto è Papa Emerito: ha detto chiaramente che dava la sua dimissione, che si ritirava ad aiutare la Chiesa con la preghiera. E sta nel Monastero, pregando. Sono andato a trovarlo, ci telefoniamo. Prima di questo viaggio mi ha mandato una letterina per augurarmi che tutto andasse bene. È una grazia avere il nonno saggio in casa. È l'uomo che custodisce, ripara la Chiesa con la sua preghiera". Quindi ha ricordato il 28 febbraio del 2013, quando disse ai cardinali: "Fra voi c'è di sicuro il mio successore. Gli prometto fin d'ora obbedienza". E lo ha fatto. "Ho sentito che alcuni sono andati a lamentarsi di questo nuovo Papa, ma li ha cacciati via - ha continuato - non so se è vero, ma se non è vero è ben trovato. Benedetto è un uomo così. E io l'ho ringraziato pubblicamente, proprio rispondendo a una domanda in aereo, per avere aperto la porta al Papa Emerito. Non si può reggere la Chiesa a una certa età, e lui ha deciso con coraggio con scienza teologia". Dopodomani festeggeranno insieme il 65° anniversario dell'ordinazione sacerdotale di Benedetto XVI. Verrà il fratello Georg, che è stato ordinato insieme a lui. Ci sarà un piccolo atto, con i capidicastero, poca gente. "Lui - ha raccontato Bergoglio - ha accettato l'invito chiedendo che sia una cosa modesta".

La lode a Martin Lutero

"Io credo che le intenzioni di martin lutero non erano sbagliate. Era un riformatore". Papa Francesco andrà Lund in Svezia, per i 500 anni della Riforma. "Forse - ha continuato il Pontefice - i metodi erano sbagliati. Ma la Chiesa non era modello da imitare: c'erano corruzione, mondanità, lotte di potere. Lui ha contestato. E ha fatto un passo avanti per criticarla. Poi si è trovato che non era più solo. Calvino e i principi tedeschi volevano lo scisma. Dobbiamo metterci nella storia di allora, non facile da capire". "Oggi - ha spiegato - cerchiamo di riprendere la strada per ritrovarci dopo 500 anni. Pregare insieme lavorare insieme per i poveri. Ma questo non basta. Il giorno dell'unità piena, dice qualcuno, sarà il giorno dopo la venuta del Figlio dell'Uomo. Intanto dobbiamo pregare, dialogare e lavorare insieme per tante cose come combattere contro lo sfruttamento delle persone. Sul piano teologico, infine, con i luterani siamo d'accordo sul tema della Giustificazione. Il documento congiunto su questo tema è uno dei più chiari".

"I fratelli - ha, infine, detto - si rispettano e si amano".

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