Economia

Wsj: "Fusione Tesla e Solar City? Operazione assurda"

L'amministratore delegato e fondatore del titano della motorizzazione elettrica Tesla ha proposto una fusione del valore di 2,8 miliardi di dollari con Solar City

Foto tratta da Wikipedia
Foto tratta da Wikipedia

All’inizio di questa settimana, Elon Musk, amministratore delegato e fondatore del titano della motorizzazione elettrica Tesla ha proposto una fusione del valore di 2,8 miliardi di dollari con Solar City, uno dei più grandi produttori di pannelli solari al mondo. L’accordo ancora in discussione necessità l’approvazione dei consigli di amministrazione di entrambe le aziende. Si tratta di uno scambio di azioni tra le due compagnie. Essendo Musk però, azionista di maggioranza sia di Tesla che di Solar City e cugino del Ceo della seconda, i bookmaker danno per scontato il successo di questo accordo.

“È un progetto a cui abbiamo pensato a lungo, e il momento sembrava giusto per proporre la fusione” dichiara Musk, che spiega ai media come le batterie Tesla beneficeranno del implementazione della tecnologia dei pannelli solari Solar City.

L’offerta di Tesla rappresenta una sopravvalutazione delle azioni di Solar City tra il 20 e il 30%. La proposta infatti oscilla tra i $26,50 e i $28,50 rispetto al valore di mercato di $21,19. Grazie a questa sopravvalutazione da parte della azienda di Musk il giorno dell’offerta Tesla ha perso il 12% sui mercati finanziari, mentre Solar City ha beneficiato di un incremento del 15%. L’acquisizione di Solar City forgerebbe una compagnia leader mondiale nel proprio settore, con circa 30 mila impiegati. Inglobando i prodotti Solar City nel brand Tesla, l’azienda di Musk produrrebbe insieme alle macchine elettriche e batterie anche pannelli solari firmati Tesla dichiara il Ceo.

Come sempre con queste operazioni miliardarie, viene alimentata l’eccitazione del pubblico intorno alle aziende in modo da creare profitto immediato in seguito all’acquisizione. Osservando attentamente i dati, però, sorgono alcuni dubbi sull’utilità e l’efficacia di quest’operazione.

Il progetto di fusione delle due compagnie viene battezzato “illogica e assurda” dal Wall Street Journal che spiega come Musk stia forzando i limiti dell’etica e della logica industriale. L’unione delle aziende californiane andrebbe a complicare la gerarchia e il processo di produzione di Tesla, aggiungendo, inoltre, un’operazione come Solar City che al momento non sta creando alcun profitto e che nel 2015 ha perso il 58% ai problemi finanziari già esistenti di Tesla.

In un tentativo di espansione, Tesla, ha appena sostenuto una spesa di circa 5 miliardi di dollari nella costruzione di una fabbrica in Nevada, che, secondo recenti stime non creerà alcun profitto prima del 2020. Acquisire un’altra azienda che non crea profitto istantaneo, dunque, andrebbe semplicemente a peggiorare la posizione della compagnia di Musk.

Come spiega l’analisi del Wall Street Journal sia Tesla che Solar City sono considerate “cash hungry” ovvero aziende che consumano molta liquidità. Nel 2015 Tesla, ha speso in media 50 centesimi ogni dollaro guadagnato, che per quanto alto questo dato può sembrare non è nulla in confronto ai $6 spesi per ogni $1 di guadagno di Solar City. Per di più, Tesla ha in programma di investire una gran quantità di liquidità nel progetto che deciderà il futuro della compagnia, la Tesla Model 3 Sedan, la prima vettura mass market prodotta dal gigante californiano. La Model 3 arriverà sul mercato con un prezzo equivalente a 3,5 volte il prezzo medio delle vetture della stessa categoria. Il prezzo elevato, oltre a essere sinonimo di grande fiducia nei propri prodotti, simboleggia una scommessa da parte di Tesla che, se vinta, metterebbe Tesla sullo stesso piano dei titani della motorizzazione come VW, Fiat e Toyota, ma se persa causerebbe qualche problema finanziario di troppo all’azienda di Mr. Musk.

Fondere le due compagnie in questo momento perché entrambe producono prodotti “verdi”, può causare da un lato un rapido incremento nei prezzi delle azioni di Solar City e galvanizzare l’interesse di qualche investitore. Dall’altro però, potrebbe rivelarsi una pessima idea nel medio-lungo termine per Tesla che andrebbe a peggiorare ulteriormente la sua precaria posizione finanziaria.

Come ha spiegato Musk in una recente intervista: “Operazioni finanziarie istintive quasi mai rendono bene a lungo termine”.

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