Politica

In Marocco due predicatori islamici in auto a fare sesso: arrestati e sospesi dal partito

Riccardo Pelleccetti

«Non cedete alla tentazione e al vizio», spiega una donna velata in un video realizzato per le ragazze musulmane. Ormai è un mantra per gli integralisti islamici, i cui «maestri» sono i più accaniti fustigatori di costumi. Come i due predicatori islamisti Moulay Omar Benhammad e Fatima Nejjar, entrambi vicepresidenti del Movimento di unità e riforma (Mur), l'ala intransigente del Partito per la giustizia e lo sviluppo del Marocco del premier Abdellilah Benkirane. La donna velata nel video è proprio Fatima, vedova di 62 anni e madre di sei figli, mentre Mulay, docente universitario di studi islamici, ha 63 anni, una moglie e sette figli, insegna il Corano ai bambini e predica in due moschee. Ebbene, i due famosi fustigatori di costumi sono stati pizzicati e arrestati dalla polizia mentre facevano sesso in auto nei pressi di una spiaggia di Casablanca. Sì, avete capito bene, due adulteri.

E pensare che, mentre Fatima, molto conosciuta sul web come predicatrice, ammoniva le ragazze a preservare le virtù affermando che non devono ridere davanti ai maschi perché «è l'inizio della fornicazione», Moulay ha emesso una fatwa, non contro il sesso al di fuori del matrimonio ma addirittura contro «lo scambio di parole d'amore su Facebook». Insomma, predicavano bene ma razzolavano male. Due eminenti autorità morali e religiose del Marocco sono in verità torridi amanti, che la polizia ha sorpreso in flagrante delitto di adulterio. L'uomo ha poi aggravato la sua posizione tentando addirittura di corrompere gli agenti senza riuscirci. Alla fine il predicatore ha giustificato la vicenda affermando che non si trattava di adulterio ma di un «matrimonio consuetudinario», pratica diffusa in Africa ma non riconosciuta nel mondo islamico né tantomeno in Marocco, dove il sesso al di fuori delle nozze è un reato punibile fino a un anno di detenzione. Ora, i «due amanti del Mur», come li hanno soprannominati i giornali locali, dovranno comparire di fronte al giudice il 1° settembre. Non sono rimasti in carcere solo perché la moglie di Moulay ha rinunciato a sporgere querela.

Il loro partito naturalmente li ha sospesi, accusandoli di aver commesso «un errore estremamente grave», una «violazione dei principi del Mur, del suo orientamento e dei suoi valori». Lo scandalo è rimbalzato su tutti i media ed è piombato sulla campagna elettorale marocchina, a meno di due mesi dal voto. Il Mur e il Partito della Giustizia, oggi al governo, hanno parlato di «macchinazione» per strumentalizzare le elezioni, ma ormai pochi gli credono. L'integralismo mascherato e l'ipocrisia dei predicatori-amanti sono venuti allo scoperto e anni di indottrinamento islamista sono andati a farsi a benedire.

Per fortuna.

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