Cronache

Menarini, condannati i vertici dell'azienda farmaceutica

Secondo gli inquirenti dal 1984 al 2010 l'azienda avrebbe usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi, per far lievitare il prezzo finale dei farmaci, grazie a un giro di false fatturazioni

Menarini, condannati i vertici dell'azienda farmaceutica

Dopo otto ore di camera di consiglio il tribunale di Firenze ha condannato i vertici della casa farmaceutica Menarini, la più grande in Italia, per riciclaggio da frode fiscale. Dieci anni e sei mesi a Lucia Aleotti, presidente Menarini, 7 anni e mezzo a suo fratello Giovanni Aleotti, vicepresidente dell'azienda. Condanna anche per corruzione a Lucia Aleotti. Confiscato un miliardo di euro nei conti all'estero della famiglia. Il tribunale ha stabilito anche che la presidente Lucia Aleotti dovrà risarcire, con 100mila euro, la presidenza del Consiglio dei Ministri che si era costituita parte civile. Secondo gli inquirenti, dal 1984 al 2010 Alberto Aleotti (ex patron dell'azienda, scomparso due anni fa) avrebbe usato società estere fittizie per l’acquisto dei principi attivi, per far "lievitare" il prezzo finale dei farmaci, grazie a un giro di false fatturazioni truffando così il servizio sanitario nazionale, che ha rimborsato medicinali con prezzi gonfiati. Il danno per lo Stato sarebbe stato di 860 milioni di euro. Il pm aveva chiesto nove anni e mezzo per Lucia Aleotti e otto anni per Giovanni Aleotti.

La famiglia Aleotti, proprietaria dell'azienda, avrebbe guadagnato oltre mezzo miliardo di euro. I soldi sarebbero finiti all’estero insieme ad altre somme illecitamente accumulate, per un totale di circa 1,2 miliardi di euro. Sono stati assolti tutti gli altri imputati, compreso la madre dei due fratelli, Massimiliana Landini.

Ad architettare la truffa secondo la procura di Firenze sarebbe stato l'ex patron della Menarini. Il ministero della Salute, sei Regioni e oltre 100 Asl si erano costituiti parti civili al processo.

L'avvocato Sandro Traversi, difensore di Lucia e Giovanni Aleotti, contro la sentenza di condanna ha annunciato ricorso in appello. In una nota il collegio difensivo della famiglia Aleotti afferma: "La sentenza del tribunale ha escluso l’esistenza della truffa ai danni del servizio sanitario nazionale consistente, secondo l’accusa, nell’ottenere prezzi gonfiati dei medicinali. Di conseguenza sono state respinte tutte le pretese delle aziende sanitarie (circa 200). La condanna per riciclaggio riguarda esclusivamente i capitali personali scudati dal dottor Alberto Sergio Aleotti (il padre dei due fratelli deceduto nel 2014, ndr) che il tribunale ha ritenuto provenienti da frode fiscale.

Lavoreremo ancora - aggiunge la nota dei difensori - per far emergere ancor meglio, in appello, dalla enorme mole di documentazione acquisita al processo, le evidenti prove della estraneità dei nostri assistiti anche ai fatti per i quali oggi vi è una sentenza negativa".

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