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Il negozio di souvenir inglesi a Londra diventa "razzista"

La nuova folle battaglia del politicamente corretto contro un negozio che vende articoli inglesi. "Avevo tre commessi, li hanno fatti scappare. Dicono sia razzista, ma qui vengono decine di turisti al giorno. Si sono lamentati solo gli inglesi"

Il negozio di souvenir inglesi a Londra diventa "razzista"

Ha aperto un negozio a Londra e l’ha chiamato Really British. Vende roba “patriottica” in salsa pop. E ciò in Inghilterra vuol dire che offre ai clienti una vastissima collezione di tazze, calzini (gli originali dice, quelli del Principe Carlo), ammenicoli, bus a due piani giocattolo, mappe della metropolitana stampigliate su ogni oggetto vagamente rettangolare. Insomma, è un negozio di souvenir a tutti gli effetti, di quelli che farebbero la gioia di ogni turista innamorato dell’Union Jack. Niente a che fare con la politica, dunque. E invece no, neanche per sogno: perché quel negozio è “razzista” e deve chiudere subito.

Il titolare ha 54 anni, si chiama Chris Ostwald e da quando ha aperto l’attività non riesce più ad avere pace. La sua storia sta facendo il giro della nazione, se ne sono occupati tutti, dal Mail fino all’Express passando per il network televisivo Itv. In sostanza Ostwald lamenta di essere vittima di un vero e proprio linciaggio, su internet e per strada. E’ colpevole di mostrare la bandiera, di aver allestito un negozio in cui si vende solo roba inglese e che celebra l'identità britannica.

Nelle numerose interviste che ha rilasciato in questi giorni, Ostwald ha spiegato che l’idea di fondo era quella di valorizzare i prodotti britannici. “Dopo il referendum sulla Brexit c’era un’aria strana, eravamo preoccupati di aver perso la nostra identità europea ma forse avremmo dovuto ricordarci di essere britannici e provare ad esserlo di nuovo. Ma è una cosa, questa del negozio, che celebra i nostri beni e i nostri prodotti. Qui la politica non c’entra niente”.

Ma dal 26 novembre, giorno in cui ha deciso di aprire il negozio, le cose non sono andate per il verso giusto. I passanti entrano e minacciano i commessi: “Avevo assunto una ragazza spagnola, non ha resistito nemmeno un giorno. Avevo tre commessi, sono stati tutti costretti a lasciare: l’aggressività di queste persone è agghiacciante”. E poi aggiunge: “Se accade ciò è tutto merito del politicamente corretto ma ci tengo a dire una cosa: il mio negozio non esclude proprio nessuno, anzi. Qui vengono americani, cinesi, turisti da tutto il mondo e nessuno s’è mai lamentato.

Gli unici a sentirsi offesi sono stati gli inglesi”.

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