Cronache

Se nelle intercettazioni di Marra spunta pure Travaglio

In una intercettazione, Marra e Romeo parlano del "buon lavoro" fatto dal Fatto Quotidiano. E in un'altra il dirigente parla con un giornalista di nome Marco

Se nelle intercettazioni di Marra spunta pure Travaglio

"Salvatore ha sentito Marco Travaglio e dicono che ha fatto un bel lavoro. Marra dice che lui non può chiamare Travaglio". È la relazione dei carabinieri che hanno intercettato Salvatore Romeo e Raffaele Marra, fedelissimi di Virginia Raggi almeno fino a che il primo non è stato rimosso da Grillo dopo che il secondo è finito in manette per corruzione.

Una conversazione, quella raccontata da Repubblica e ricostruita da Next Quotidiano, che risale allo scorso 31 ottobre, quando i due parlano del Fatto Quotidiano e di come sta trattando il caos in cui è piombata la giunta capitolina già da quest'estate. "Stanno facendo un buon lavoro", concordano. Addirittura Romeo racconta di aver telefonato a Travaglio per complimentarsi con lui mentre il resto della stampa - e in particolare le testate che fanno capo al costruttore Francesco Caltagirone - non perdono occasione per sparare a zero contro Virginia Raggi e i suoi.

Poi, a inizio novembre e dopo che proprio sul Fatto è uscita un'intervista a Marra, il dirigente capitolino parla con un giornalista chiamao Marco (il cognome è stato omesso negli atti), che gli dice di essere stato convocato da monsignor Giovanni d'Ercole, vescovo di Ascoli Piceno che - aveva raccontato Marra nell'intervista - aveva presentato il dirigente ad Alemanno.

"Mi ha chiamato quattro volte, penso per parlare di te", spiega Marco, rassicurando l'interlocutore assicurandolo che avrebbe detto al monsignore che "l'attaccano solo per attaccare la Raggi".

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