Donald Trump

Sinistra e anarchici mobilitati per rovinare la "festa" a Trump

Anarchici, movimenti di sinistra e associazioni si stanno mobilitando per una grande manifestazione contro Trump. Ecco chi c'è dietro

Sinistra e anarchici mobilitati per rovinare la "festa" a Trump

Movimenti per i diritti civili, anarchici, Black Lives Matter, associazioni: tutto il mondo della sinistra radicale statunitense si mobilita contro il presidente eletto Donald Trump in vista dell'insediamento ufficiale in programma venerdì 20 a Washington D.C.

Come riporta l'agenzia americana Reuters, l'obiettivo degli organizzatori è chiaro: rovinare, a qualsiasi costo, la festa a Trump, anche impiegando metodi non convenzionali e violenti. I manifestanti cercheranno di radunarsi presso i 12 checkpoint di sicurezza del Campidoglio e sfileranno lungo il percorso della parata di 2,5 miglia (4 chilometri). "Vogliamo interrompere l'inaugurazione - ha affermato uno dei leader del movimento DistruptJ20, David Thurston, in conferenza stampa - vogliamo che la ribellione cresca in tutto il Paese e in tutte le città”.

DisruptJ20, che sta collaborando con Black Lives Matter e altri gruppi rivoltosi, ha annunciato che ci saranno delle barricate prima dell'alba e manifestazioni dirompenti durante l'insediamento di Donald Trump. Più di 300 volontari di DisruptJ20 lavoreranno per mobilitare i manifestanti in una lunga serie di proteste che il movimento ha definito il "Festival della Resistenza". E i metodi non saranno affatto pacifici: "Non siamo a favore di una transizione pacifica del potere, dobbiamo fermarlo" - ha sottolineato uno degli organizzatori.

Nel complesso, secondo il National Park Service, sono 27 i movimenti di protesta a cui sono stati concessi i permessi e che saranno presenti il giorno dell'insediamento, un numero quattro volte superiore rispetto al passato e che non ha eguali nella storia. Secondo i funzionati del governo, la cerimonia dovrebbe attirare circa 800 mila spettatori. Si temono degli scontri con i sostenitori del presidente Donald Trump.

La protesta a Washington D.C proseguirà anche il giorno seguente, con più 200mila persone pronte a sfilare alla "Marcia delle Donne" ("Women's March"): un corteo organizzato da un gruppo di attiviste in risposta ai toni “sopra le righe” del neo-presidente impiegati durante la campagna elettorale. “La retorica impiegata nella recente campagna elettorale presidenziale ha demonizzato e minacciato molti di noi - immigrati, musulmani, persone di fedi diverse, LGBTQ, nativi americani, persone di colore, disabili, donne che hanno subito violenze sessuali - e le nostre comunità sono spaventate da questo. La Marcia delle Donne di Washington darà un forte messaggio ai nuovi governanti nel primo giorno di mandato”.

La petizione sul web

Sul web gli attivisti anti-Trump hanno fatto circolare una petizione per fermare il presidente eletto: trattasi di un vero e proprio portale che segnala e documenta, attraverso video e fotografie, le manifestazioni contro il tycoon che si stanno svolgendo in questi giorni in tutto il Paese. "Ci rifiutiamo di accettare un'America fascista - affermano - Donald Trump, il presidente eletto, sta costruendo un regime molto pericoloso. La nostra angoscia è corretta e giusta. La nostra rabbia deve ora diventare una massiccia resistenza, prima che Trump prenda il potere". Tra i firmatari c'è anche Bill Ayers, noto pedagogista e attivista statunitense, già leader e fondatore dell'organizzazione terroristica di estrema sinistra Weather Underground che si era distinta, negli anni '70, per attacchi dinamitardi che avevano come obiettivo principale gli edifici governativi e le banche. Fu inoltre autrice di attentati compiuti contro il Campidoglio e il Pentagono.

Manifestanti in strada contro Trump

A questo quadro dalle tinte fosche, si aggiunge, ancora una volta, l'ombra dei manifestanti pagati per scendere in strada contro il neo-presidente. Sono diversi gli annunci di lavoro on line pubblicati sul portale Backpage dall'organizzazione Demand Protest in diverse città degli Stati Uniti (San Diego, Tulsa, Phoenix, ed El Paso). Demand Protest recluta personale motivo per "inviare un messaggio in occasione delle manifestazioni che si terranno in concomitanza con l'insediamento di Trump", offrendo un compenso di 2mila e 500 dollari al mese o di 50 dollari l'ora. “Se stai per agire, perché non lo fai con noi” - recitano gli annunci di lavoro sotto il titolo emblematico di “fatti pagare per lottare contro Trump”. “Stiamo degli strateghi che mobiliano i millenials in tutto il mondo - spiegano i promotori sul loro sito web - e con assoluta discrezione, che è la nostra assoluta priorità, i nostri operatori realizzano delle scene convincenti che diventano elementi costitutivi dei movimenti di massa”.

La sinistra radicale americana non ha alcuna intenzione di accettare il risultato elettorale, sancito da un'elezione democratica, e si profilano giornate segnate da forti tensioni e scontri. Riusciranno a rovinare la festa a Trump?

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