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Trump incontra Netanyahu alla Casa Bianca: "Faremo di tutto per impedire che l'Iran abbia armi nucleari"

Trump riceve Netanyahu alla Casa Bianca e rinsalda l'asse con Tel Aviv: "Faremo di tutto contro le armi nucleari dell'Iran"

Trump incontra Netanyahu alla Casa Bianca: "Faremo di tutto per impedire che l'Iran abbia armi nucleari"

Si rinsalda l'asse tra Washington e Tel Aviv. A ribadirlo, nel corso di una conferenza stampa dopo l'incontro alla Casa Bianca, è il presidente Usa Donald Trump, seguito a ruota dal premier israeliano Benjamin Netanyahu. Per prima cosa Trump rassicura lo storico alleato americano, promettendo che farà di tutto per impedire che l’Iran riesca ad ottenere la bomba atomica. Tra l'altro, come aveva fatto diverse volte anche in campagna elettorale, ha definito quell’accordo "uno dei peggiori che abbia mai visto". Trump inizia l'incontro coi giornalisti stendendo il tappeto rosso a Netanyahu: "Ho l'onore di accogliere il mio amico, il premier Netanyahu, alla Casa Bianca. Con questa visita gli Stati Uniti ribadiscono il loro vincolo inscindibile con il nostro più caro alleato, Israele". Archiviati, dunque, i vecchi dissapori tra Israele e l'amministrazione americana, esplosi negli ultimi anni dell'era Obama.

Il premier israeliano si trova a suo agio ed è lieto del rilancio della vecchia amicizia con gli Stati Uniti: "Israele non ha un alleato migliore degli Usa e io voglio assicurare che gli Stati Uniti non hanno alleato migliore di Israele" . E che il rapporto tra i due Stati sia destinato a rinsaldarsi emerge a chiare lettere da queste parole: "L'alleanza fra Stati Uniti e Israele è stata incredibilmente forte - dice Trump- ma con la sua leadership ho fiducia che diventerà ancora più forte" . E Netanyahu risponde così: "Sono ansioso di lavorare con lei, per rafforzare la collaborazione" in diversi settori, fra cui anche quelli di "informatica e tecnologia".

In un passaggio del suo discorso Trump bacchetta l'Onu: "Respingiamo le azioni unilaterali contro Israele da parte delle Nazioni unite - dice a chiare lettere - che a mio avviso lo hanno trattato in modo ingiusto, così come quelle in altri forum o i boicottaggi". Trump prende spunto dalla recente risoluzione con cui il Consiglio di Sicurezza, il 23 dicembre scorso, ha condannato la costruzione e l’ampliamento degli insediamenti nei territori palestinesi occupati: nell’occasione gli Stati Uniti, allora ancora guidati da Obama, per una volta si astennero anziché esercitare il proprio (usuale) diritto di veto a favore del tradizionale alleato. "Ecco una ragione in più", sottolinea Trump, "per cui noi respingiamo le azioni inique e parziali contro Israele alle Nazioni Unite, che a mio avviso hanno trattato Israele molto, molto ingiustamente"

Nel negoziato di pace tra Israele e palestinesi, "entrambe le parti dovranno fare dei compromessi", sottolinea il presidente Usa rivolgendosi al leader israeliano. Poi, rispondendo ad una specifica domanda (possibile una soluzione a due Stati?), Trump mette le mani avanti: "La soluzione dei due Stati non è l’unica soluzione", poi si è detto aperto ad un piano di pace israelo-palestinese basato su altro: "La soluzione dei due Stati? Se loro sono felici, anche io lo sono. Io prendo in considerazione la (soluzione) due stati e uno Stato. A me piace quella che piace ad entrambe le parti". Al contempo Trump ha detto che preferirebbe che Israele "fermasse l’espansione dei suoi insediamenti per un po' di tempo". E la risposta di Netanyahu non si fa attendere: "La Palestina deve riconoscere lo stato degli ebrei, ma per ora i pre-requisiti per arrivare a una pace sono stati negati dalla Palestina. Questo è l’elemento del conflitto, ma questa condizione deve cambiare, voglio che cambi".

Da parte sua Trump ha tenuto a precisare che i palestinesi devono "sbarazzarsi dell'odio" che viene insegnato loro "sin da piccoli". E rivolgendosi a Israele ha detto che deve mostrare "una certa flessibilità" per arrivare a un accordo di pace. Il presidente americano ha poi ribadito quanto già espresso in passato: "Per quanto riguarda il trasferimento dell'ambasciata a Gerusalemme, mi piacerebbe che accadesse. Ce ne stiamo occupando con molta, molta energia. Ce ne occupiamo con molto, molto impegno, credetemi. Vedremo cosa succederà".

Intanto si è sparsa la voce - ovviamente non confermata - che in gran segreto il capo della Cia, Mike Pompeo, in gran segreto abbia incontrato Abu Mazen a Ramallah. L'indiscrezione viene fatta in via riservata da fonti di rango elevato in seno alla stessa Anp, citate dall’agenzia di stampa ufficiale palestinese "Maan", e in Israele dal quotidiano "Haaretz" e dal notiziario on-line "YnetNews".

Da Pompeo sarebbero arrivati non meglio precisati "messaggi rassicuranti" per l’interlocutore a proposito della cosiddetta "soluzione dei due Stati": cioè della futura convivenza pacifica tra lo stato ebraico e la costituenda entità palestinese.

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