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Pd, l'ultimatum della minoranza: "Svolta o addio senza patemi"

I dem a un passo dalla scissione. A Roma si ritrova la sinistra storica: "Non vogliamo la trasformazione del Pd nel partito di Renzi". E gli chiedono di non candidarsi più come segretario

Pd, l'ultimatum della minoranza: "Svolta o addio senza patemi"

Al teatro Vittoria la manifestazione della sinistra del Pd inizia sulle note di Bandiera rossa. È il ritorno in campo dei comunisti. Altro che democratici. I ribelli, che ne hanno le scatole piene della gestione autoritaria di Matteo Renzi, si sono radunati a Roma per dar voce ai mal di pancia della minoranza. E, sebbene un tweet mattutino di Michele Emiliano parlasse di un accordo col segretario a sostenere il governo Gentiloni fino alla fine della legislatura, i toni sono quelli dell'addio. "Non è una questione di date - mettono in chiaro - non vogliamo la trasformazione del Pd nel partito di Renzi".

"Siamo mossi dall'inquietudine verso il presente e verso la situazione politica - tuona Enrico Rossi - e anche dalle risposte finora inadeguate che il mio partito ha dato. Vogliamo lottare e non abbiamo perso la speranza di trasformare l'Italia". Sul palco, a condurre, l'ex deputato Peppino Caldarola. A dare il via alla riunione è appunto Bandiera rossa che accoglie gli applausi dela sinistra storica (video). Un tuffo nel passato. Gli elettori li hanno sbattuti fuori dal parlamento, ma loro provano a rientrarci mentre sui teleschermi trasmettono lo spezzone di Guerre stellari in cui Yoda spiega a Luke Skywalker: "Devi sentire la forza intorno a te". In platea, a festeggiare la Rivoluzione socialista (questo il titolo dell'appuntamento), ci sono molti parlamentari piddì. Da Nico Stumpo a Federico Fornaro, da Davide Zoggia a Maurizio Migliavacca, da Francesco Boccia a Guglielmo Epifani. E, ovviamente, i tre (per adesso) candidati alla segreteria del Pd della sinistra: Roberto Speranza, Michele Emiliano, Enrico Rossi. "Il Pd è per sua natura un partito plurale e di centrosinistra - tuona il governatore della Toscana - se si pensa di abolire la sinistra, la responsabilità della spaccatura ricade su chi non vuol capire". In prima fila, a godersi lo spettacolo, ci sono anche Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani.

Arrivati a questo punto la minoranza chiede a Renzi un gesto di responsabilità. "Se questo ci verrà negato sarà compito nostro dare inizio a una nuova storia - mette in chiaro Rossi - ci auguriamo che cambiando si possa proseguire sotto lo stesso tetto. Se non sarà così nessun patema". Perché non si arrivi alla rottura definitiva la sinistra dem chiede un congresso, nei tempi dettati dallo statuto, continuando a sostenere il governo Gentiloni. "Serve una conferenza programmatica per stringere le nostre divisioni - puntualizza Emiliano - poi, magari, Renzi si convince che non è più utile fare il segretario". Eppure, davanti all'assemblea della minoranza piddì, Roberto Speranza promette che "questo noi che nasce oggi, ce lo porteremo dietro di fronte a qualsiasi scenario". "Non cerchiamo un capo - gli fa eco il governatore della Puglia - ma un compagno e un amico: questo è un segretario".

D'Alema e Bersani non parlano dal palco. Rossi li definisce "i nostri fratelli maggiori". A margine dell'evento, però, sono quelli che pronunciano le parole più dure contro Renzi. "È stato lui a strappare in direzione", mette in chiaro l'ex segretario. E l'ex premier: " Se Renzi vuole tirare dritto per la sua strada è chiaro che noi non possiamo accettare questa prepotenza".

Adesso non resta che stare a vedere come risponderà, in questa battaglia tra ex, l'ex rottamatore.

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