Politica

E poi ci chiediamo perché i tedeschi non si fidano di noi

Il caso degli assenteisti di Napoli (e non solo) è una vergogna nazionale. E diventa un assist per i falchi di Berlino

E poi ci chiediamo perché i tedeschi non si fidano di noi

Un collega giornalista tedesco corrispondente da Roma, magari simpatizzante dell'area Schaeuble, quella che vorrebbe gli italiani tartassati a morte, non si lascerà certo sfuggire la ghiotta occasione avuta ieri. Quella di raccontare la storia dei 94 indagati a Napoli, di cui 55 finiti ai domiciliari, tutti dipendenti di un ospedale (a cui si aggiungono, sempre ieri due medici sospesi a Gorizia). I soggetti in questione, invece di andare a lavorare, stavano chi a casa, chi sul campo da tennis, chi al mare. Ma, grazie alla collaudata tecnica della «strisciatura multipla del badge», risultavano presenti, incassando così regolarmente lo stipendio, senza intaccare le ferie.

Non se la lascerà sfuggire perché è la prova che loro, i più falchi tra i tedeschi, hanno ragione a non credere alla indigenza del popolo italiano; alle continue lamentele contro un'Europa troppo severa nell'imporre tagli e tasse a noi che più di così non possiamo davvero dare; alle costanti richieste di una maggiore flessibilità nel bilancio pubblico, per poter sforare i parametri sul deficit e continuare a far crescere il debito. Anche perché le cose sono spesso molto più semplici di quel che può sembrare: il debito pubblico è l'accumularsi dei deficit di bilancio, cioè la differenza tra quanto lo Stato spende e quanto incassa (sostanzialmente con le imposte). Tra le spese, per esempio, ci sono quelle sanitarie: circa 114 miliardi l'anno, pari a quasi il 7% del Pil, e comprendono i redditi dei dipendenti, per circa 35 miliardi. Quindi in queste spese ci sono anche gli stipendi dei 94 indagati di Napoli. Che, naturalmente, non sono un caso isolato: seguono i 19 dipendenti della Asl di Catania, i 18 di Cosenza o i 23 di Viterbo, solo nel 2017. Il tutto a fronte di statistiche che quantificano in sette miliardi l'anno (0,4% del Pil) le spese dello Stato per malattie e permessi speciali dei dipendenti pubblici; a cui bisogna aggiungere chissà quanto per l'«assenteismo del badge». Ebbene, se il nostro debito pubblico è fatto anche così (e di solito quello che emerge è solo la punta dell'iceberg), è ovvio che queste storie, una volta diffuse nel resto d'Europa dai curiosi corrispondenti stranieri, non possono che rendere le popolazioni virtuose sempre più ostili verso l'Italia, i suoi governi, le sue richieste, le sue banche, eccetera.

Ecco perché non c'è niente di peggio di una notizia come quella dell'ospedale napoletano di Loreto Mare. Non c'è nulla che faccia da carburante migliore per lo spread (che forse non a caso ieri è tornato intorno a quota 200). E poco importa se qualcuno afferma che si tratta di casi isolati. Primo perché non è vero. Secondo perché, anche fosse così, per rimediare politicamente ai danni causati nella coscienza europea da una storia come questa non bastano le fatiche di Sisifo.

Se la nostra classe politica non arriva a capire questo; se i buoni propositi come le varie «riforme Madia» non si trasformeranno presto in strumenti efficaci e soprattutto riconoscibili anche all'estero, ogni tentativo di frenare il rigore di Bruxelles è destinato a infrangersi contro un muro di gomma. I falchi di Berlino avranno la meglio.

E non sarà nemmeno poi così difficile dar loro ragione.

Commenti