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"Folli, sofferenti e illusori. Vi spiego io i veri amori"

Il famoso sociologo Alberoni dedica il nuovo libro a tutte le forme amorose possibili

"Folli, sofferenti e illusori. Vi spiego io i veri amori"

Francesco Alberoni, il suo nuovo libro si intitola L'amore e gli amori (Leima). Che significa? Esistono «l'amore» e «gli amori»?

«Il libro storicamente è nato così. Tanti anni fa ho scritto Innamoramento e amore: era l'unico libro sull'innamoramento. Così ho iniziato a studiare le altre forme amorose».

Per esempio?

«L'amicizia, che è un affetto; l'amore adolescenziale; le fantasie del divismo; poi le infatuazioni, che somigliano all'amore, infatti molti le scambiano per innamoramento ma, a un certo punto, si rompono».

E che cosa ha capito?

«L'amore non è certo il solo. Ci sono tante forme di amore e ho deciso di passarle in rassegna. Per confrontarle con l'innamoramento. Tutti mi dicono: Sono innamorato».

Non è così?

«Sì, può darsi. Ma magari non è vero. Quelli che mi scrivono o sono innamorati, o litigano; o c'è l'amour fou, o il divorzio... Invece esistono tante forme diverse, per esempio l'innamoramento frenato, o sofferente. Volevo raccontarle».

Qual è l'obiettivo del libro?

«Fare dire alla gente: dove sono?, che tipo di esperienza ho? Per caso, la mia non è un'esperienza di innamoramento unilaterale? È una cosa seria, tu sei innamorato e l'altro no, e non è facile conquistarlo».

Perché succede?

«Di solito le persone si innamorano insieme, come una scintilla che scoppia fra due poli. Però a volte sono sfasate: uno è pronto e l'altra no. Non si incontrano».

C'è speranza?

«In genere no, poca. Però a volte succede, per esempio, che a una donna piaccia moltissimo un uomo, parli e stia tanto con lui; finché lui si innamora. È così per molte amicizie che diventano amore».

Ci sono casi opposti?

«In alcune circostanze, gli innamoramenti sono molto rapidi. Per esempio durante le guerre o i movimenti collettivi, perché la gente è predisposta verso il nuovo. Credo che fra i grillini ci siano tanti innamoramenti...».

Oltre che l'amore, lei ha studiato a lungo i movimenti.

«Sì, li ho studiati, visti e vissuti. C'è un legame con l'amore: i cambiamenti si presentano spesso come innamoramento. Comunque nel '68 si innamoravano moltissimo».

Il suo libro Innamoramento e amore è del '79. Da allora è diventato un esperto dell'argomento. Non la stanca mai?

«C'è sempre da scoprire, l'animo umano è complesso. Per esempio, le infatuazioni. Ho iniziato a pensare: ma quando Sartre dice dell'amore impossibile, di che amore parla? E ho capito che non è amore, bensì una infatuazione da dominio».

Di che cosa si tratta?

«Io voglio dominare l'altra, renderla la mia schiava. E, una volta che è schiava, non la amo più. Oppure René Girard e l'infatuazione competitiva: il desiderio lo vedo nell'altro e lo imito».

Un po' biblico: desidero la donna d'altri?

«Esatto. Voglio portarla via all'altro: il piacere non è avere la donna, bensì la conquista».

Succede spesso?

«La competizione è molto frequente, anche fra le donne. Ma pensiamo all'Orlando furioso: è tutto una continua conquista, un continuo sedurre, nel senso di impadronirsi dell'altro. Il vero innamoramento è il contrario: mi è successo qualcosa, e non so perché. È improvviso».

Com'è l'innamoramento vero?

«Intanto c'è uno stato particolare, che chiamo nascente, in cui il mondo viene trasfigurato. E poi consideri l'amato come la cosa più bella dell'universo, assume sfumature quasi divine, nel senso greco del termine».

Che altro succede?

«L'innamorato balbetta, è timido. La donna ha il batticuore e sta due ore a prepararsi prima di un incontro. E poi ogni volta si ricomincia: ma sono sicura di amarlo? E lui mi amerà? L'innamoramento è fatto di onde continue, non è mai piatto: è un movimento sussultorio».

Anche questo innamoramento vero può finire?

«Tutte le cose al mondo finiscono. Questi stati meravigliosi non possono durare per sempre, possono solo rinascere: ecco, l'amore dura se quello stato in qualche modo rinasce. La donna si fa bella, sempre, ogni volta, per incontrare l'amato; ma sa che l'altro può non amarla, che c'è questa possibilità. Poi ci sono i fatti della vita».

La quotidianità?

«Un periodo di lontananza per lavoro, un problema di soldi, una difficoltà coi figli... La vita è un insieme di sfide e un susseguirsi di problemi e c'è sempre meno spazio per quegli stati estatici da luna di miele. La vita quotidiana, con le sue difficoltà, i dolori e le amarezze lentamente erode l'amore».

Altre minacce?

«Una grandissima, tipica del mondo moderno, è la competizione. Se voglio essere superiore all'altro, se voglio avere più successo dell'altro è la fine: perché è distrutto il fatto che l'altro sia una luce, sovrannaturale quasi».

L'amore è un po' un miracolo?

«Sì. O forse è magico. O divino, in senso pagano. È Venere: ti dà sicurezza, rende luminosa la vita, perché è un dono. Però guardi, non è un fatto continuo: lo perdi e lo riprendi, anche dal mattino alla sera».

L'innamoramento è una rivoluzione?

«All'inizio sempre».

Se non c'è, una coppia può durare lo stesso?

«In genere sì, se c'è un minimo di intesa sessuale e c'è l'amicizia».

C'è differenza in come vivono l'amore l'uomo e la donna?

«Oggi si discute tanto del gender, ma basta osservare dei bambini piccoli su una spiaggia: già a due o tre anni, alle bambine piace piacere, mentre i bambini si tirano i pugni, giocano a palla. L'uomo ha un erotismo visivo, gli piace vedere la donna che fa la femmina fatale».

E la donna?

«La donna ha la fantasia amorosa: si prepara l'amore, immagina tutto prima dell'incontro così nel dettaglio che potrebbe anche non andare. Ma quale uomo corteggiatore, è un beota. La donna sa già tutto prima».

E dopo?

«Eh, poi magari lei scopre che a lui puzza l'alito, oppure è rozzo, inferiore all'eroe divino. Il risultato è che le donne sono esigenti; però tolleranti, perché sono anche mamme».

Tollerano sempre?

«C'è un momento in cui lui è così diverso da come lei l'aveva immaginato che non lo sopporta più: e allora la donna rompe, all'improvviso e definitivamente».

Professore, nonostante quello che si dice, l'amore non è finito?

«È la solita bugia, quando dicono che qualcosa finisce: l'amore, l'acqua, il sole, la guerra... L'amore ci sarà sempre, magari in forme diverse, come l'infatuazione erotica, che è vera, anche se dura poco».

Quindi l'amore dà ancora la felicità?

«Sì, è incredibile, due persone che si amano dicono: non voglio nulla di più di quello che ho. Almeno fino a che stanno insieme, poi magari si rompe la macchina... Comunque, certo che c'è ancora l'amore, altrimenti le persone non potrebbero vivere».

Niente dà felicità come l'amore?

«La mamma col suo bambino e i due innamorati: questi sono i due momenti della felicità, la fuoriuscita dal mondo. Anche il misticismo, dicono, ma non l'ho studiato».

Se dovesse definire l'amore con una parola?

«Non ho mai voluto definirlo».

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