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La Turchia potrebbe integrare gli S400 russi nello scudo della Nato

La disponibilità delle aziende a trasferire i progetti alla Turchia è un punto fondamentale del programma T-LORAMIDS

La Turchia potrebbe integrare gli S400 russi nello scudo della Nato

La Turchia, membro della Nato, è in trattative con Mosca per l’acquisizione dei sistemi missilistici a lungo raggio S400. Secondo il Ministero della Difesa turco, le due parti stanno discutendo l’aspetto prettamente economico del potenziale accordo. Da rilevare che nessun contratto è stato ancora firmato, ma i negoziati sono in corso. Un battaglione S400 costa circa 400 milioni di dollari.

Il governo di Ankara è alla ricerca di un sistema di difesa aerea a lungo raggio nell’ambito del programma T-LORAMIDS. L’S400 russo potrebbe, il condizionale è d’obbligo considerando quanto avvenuto con la Cina, rappresentare una scelta temporanea in attesa che la Turchia sviluppi la sua futura capacità indigena di difesa missilistica.

Se si formalizzasse l’accordo con la Russia, la Turchia diverrebbe il primo membro della Nato ad operare con l’S400. Bisognerà adesso valutare le reali intenzioni a breve e lungo termine di Ankara. La Turchia ospita su base temporanea delle postazioni Patriot che, in linea teorica, andrebbero ad integrarsi con la griglia S400. Proprio i Patriot non verrebbero mai dismessi.

Nell’ambito del Ballistic Missile Defense, infine, la stazione mobile AN/TPY, Army Navy / Transportable Radar Surveillance, è schierata presso la base Kürecik, in Turchia, dal gennaio del 2012.

L’accesso alla tecnologia russa andrebbe inquadrato nello sforzo per modernizzare l’esercito turco scevro dalla tecnologia occidentale. La finalizzazione del contratto rappresenterebbe un'apertura per l'industria russa in Turchia, meta da tempo ambita. Da valutare, infine, le possibili pressioni degli Stati Uniti e della Nato.

La Turchia ha fissato il 2023 come termine ultimo per raggiungere le piena indipendenza militare.

L'accordo con la Cina

Annunciato nel 2013 per un valore di 3,4 miliardi di dollari, il programma di acquisizione del sistema di difesa aerea cinese HQ-9 è stato formalmente annullato dalla Turchia alla fine del 2015. Ritenuto il sistema più economico tra le proposte avanzate da Stati Uniti, Russia ed il consorzio europeo Eurosam, il contratto cinese avrebbe previsto anche il trasferimento dei progetti e lo sviluppo congiunto del nuovo sistema di difesa turco. Ankara avrebbe così ottenuto il know how necessario e l’assistenza per la realizzazione del proprio sistema indigeno di difesa aerea. Le pressioni dei partner della Nato, sia di natura commerciale che militare (si palesò l’incompatibilità dell’integrazione del sistema HQ-9 con i Patriot dell’Alleanza, poi trasformato in veto), spinsero la Turchia ad annullare il contratto con la Cina.

La disponibilità delle aziende a trasferire i progetti alla Turchia è un punto fondamentale del programma T-LORAMIDS. Nel settembre del 2013, la Turchia scelse la proposta della China Precision Machinery Export-Import Corp (sanzionate per la vendita di armi alla Corea del Nord e l’Iran), per il trasferimento della tecnologia cinese che avrebbe ottenute. Le società americane ed europee non proposero mai tale possibilità.

Gli S400

Gli S400/ SA-21 Growler, rappresentano la punta più alta dei sistemi di difesa terra-aria russi. Sono progettati per proteggere le aree di importanza strategica. Ogni batteria può attaccare più di una mezza dozzina di obiettivi simultaneamente: è stato progettato specificatamente per intercettare le minacce stealth. Un battaglione standard russo basato sull’S-400 è composto da otto lanciatori per 32 missili. L’ultima versione può tracciare simultaneamente fino ad 80 bersagli ad una distanza massima di 400 km: una gittata praticamente doppia al MIM-104 Patriot americano ad un'altitudine di 30 km. La velocità massima utile per l’intercettazione è di 4,8 chilometri al secondo.

L'S-400 può essere utilizzato anche contro obiettivi terrestri.

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