Cronaca locale

Meazza, Forum e Idroscalo. Quanti impianti da (ri)fare

La città pensa alle olimpiadi, ma numerosi campi sono da riqualificare. Tanti progetti, per ora solo sulla carta

Meazza, Forum e Idroscalo. Quanti impianti da (ri)fare

Milano aspira alle Olimpiadi 2028, ma le strutture cittadine sono ancora al palo. Alcune hanno ormai decenni di interventi annunciati o non completati alle spalle. Altri, come l'Idroscalo, sono finiti nel mezzo delle pieghe della burocrazia e nessuno ne ha chiaro il futuro. Ieri però c'è stata la presentazione della candidatura di Milano ad ospitare nel 2019 la 132esima sessione del Cio, il Comitato olimpico internazionale. Un primo passo per le Olimpiadi 2028, anche se non sembra esserci il sostrato adatto. Forse proprio un evento internazionale potrebbe essere la leva per sbloccare gli investimenti necessari ad ammodernare gli impianti milanesi.

Intanto però l'elenco di quelli che sarebbero da costruire ex novo è già molto lungo. Il nuovo Palalido in piazza Stuparich per il basket e la pallamano, una piscina olimpionica, un Centro natatorio per i tuffi e sincro, un Centro Tiro per le gare di tiro a piattello e tiro a segno, un Parco Olimpico per beach volley, hockey su prato e badminton, il Palasport per pugilato, lotta, scherma, judo e ginnastica; infine lo Stadio Olimpico per le gare di atletica.

E per quelli da riqualificare la situazione non è più rosea. Lo Stadio Meazza aspetta di vedere come agiranno le due principali società calcistiche milanesi che non nascondono il desiderio di abbandonarlo o di prenderlo in gestione. Altre grandi strutture come l'Ippodromo del Trotto o l'Idroscalo sono finite nel dimenticatoio. Il «mare di Milano» in particolare è una delle vittime della trasformazione del capoluogo lombardo in città metropolitana: nel passaggio di competenze tra la Provincia da abolire, il Comune e Regione Lombardia, l'Idroscalo non ha trovato padroni. E per questo nemmeno curatori. In attesa che qualcuno intervenga ha intrapreso la strada della decadenza.

Ma anche per il centro Saini non la situazione non è rosea. Quella che secondo l'ex assessore allo Sport Alan Rizzi è «l'unica struttura esistente insieme all'Idroscalo» a poter essere usata per le olimpiadi non ha mai avuto un momento di splendore. Come lo battezzarono i giornali già nel 2008 era un «impianto nato già vecchio».

Storia simile a quella dell'Arena civica. Dopo anni in cui gli investimenti stentavano ad arrivare pare che qualcosa si stia muovendo, ma si parla comunque di interventi che dovrebbero realizzarsi nel 2019.

Il Forum di Assago per il volley, così come il Velodromo Vigorelli per il ciclismo o il Golf Club Tolcinasco e la Montagnetta avrebbero tutti bisogno di interventi significativi, ma i soldi più che comparire spariscono come dimostra il Kennedy, l'unico centro di livello per il baseball che ha visto sparire i 500mila euro a lui destinati dalla precedente Amministrazione. E i problemi a volte non sono di fondi come dimostra la storia del centro polisportivo di viale Sarca. La convenzione stipulata nel 2014 tra Università Bicocca e Comune di Milano prevedeva investimenti per 7 milioni da parte dell'ateneo in cambio di una concessione trentennale. Dal municipio 9 però si alzano alcune voci critiche per la lentezza dei lavori. Marco Cavallotti, vice direttore generale degli appalti per la Bicocca, spiega però che «noi non abbiamo mai perso un giorno, ogni volta che avevamo un via libera procedevamo subito con i passi successivi».

Il vero problema, ha precisato il dirigente, è che per «lavori di 6 mesi, sono necessarie procedure di 2 anni».

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