Economia

Generali guadagna 2 miliardi e spinge sul taglio dei costi

Il dividendo sale a 80 cent, Atlante svalutato del 52% Donnet: «Nessun aumento e Intesa non è strategica»

Generali guadagna 2 miliardi e spinge sul taglio dei costi

A un anno dalla nomina alla guida di Generali, Philippe Donnet presenta un bilancio 2016 in miglioramento per redditività e solidità patrimoniale, esclude la necessità di qualsiasi ricapitalizzazione e ribadisce l'indipendenza del gruppo. «Anche in caso di aumento dello spread di 100 punti sui 66,1 miliardi di Btp italiani detenuti, ci manterremmo solidi con un ratio patrimoniale (economic solvecy ratio) al 182% rispetto all'attuale 194%», ha detto ieri l'ad durante la presentazione dei conti. E in Piazza Affari il titolo è salito del 2,8% a quota 14,6 euro.

Nonostante i tassi di interesse rasoterra e l'incerto scenario economico italiano, Generali - come si legge nel comunicato - ha chiuso il 2016 con un utile di 2,08 miliardi (+2,5% sul 2015), un risultato operativo di 4,83 miliardi (+0,9%) e una raccolta premi totale di 70,5 miliardi (-3,9%, con il Vita in calo del 6,3%) e ha annunciato che pagherà una cedola di 0,8 euro (+11 per cento).

I risultati - ha rimarcato il gruppo - hanno beneficiato della forte generazione di cassa (1,9 miliardi) e della stretta sui costi (tagliati per 70 milioni) che ha reso possibile l'anticipo di un anno dell'obiettivo di raggiungere i 200 milioni di risparmi entro il 2019. Più in dettaglio, come spiegato dallo stesso Donnet, i risparmi sono stati raggiunti grazie all'aumento della produttività, alla maggiore efficienza e alla migliore tecnologia, oltre alla riduzione dell'organico, dovuta tra l'altro all'avvio del processo di dismissioni. Il Leone infatti ha annunciato di voler uscire dai 13 Paesi meno profittevoli e di puntare a ricavare dalle vendite un miliardo di euro. Nel bilancio 2016 infine la partecipazione nel Fondo Atlante (pari 150 milioni) è stata svalutata del 52 per cento.

L'attenzione degli investitori tuttavia, anche ieri, si è concentrata sul risiko finanziario di cui il colosso assicurativo è protagonista. «Sono un uomo di Generali e come le Generali sono indipendente», ha risposto Donnet a chi gli chiedeva dei rapporti con Axa posto che, ciclicamente, si parla di un possibile matrimonio tra i due gruppi assicurativi. Quanto a eventuali alleanze industriali, il manager ha confermato la strategia «stand alone» e di non avere «sul tavolo progetti di alleanze strategiche». Donnet definisce poi «chiusa» la questione con Intesa Sanpaolo: per difendersi dalle possibili manovre della Ca' de Sass emerse a fine gennaio, il Leone di Trieste era infatti salito repentinamente, come mossa difensiva, al 3,04% del capitale della banca.

«La scalata non esiste», ha dichiarato il manager cercando di chiudere l'argomento e di riportare l'attenzione sugli «eccellenti risultati 2016», pur poi definendo «non strategico» l'investimento in Intesa.

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