Cronaca locale

La Montello in festa, il quartiere no

I residenti contro l'iniziativa nella caserma: «Vogliamo sicurezza, non cerimonie»

Cristina Bassi

«Non c'è nulla da festeggiare. Solo disagi per noi». Sono sul piede di guerra gli abitanti del quartiere, quelli del comitato «Giù le mani dalla Montello», nel giorno della festa nella caserma diventata a novembre centro d'accoglienza per immigrati. «L'ennesima festa dei centri sociali e dei migranti - attacca il presidente Achille Canevari - non rappresenta assolutamente il quartiere e chi ci abita». La lamentela: «Chi abita qui oltre a subire la scelta non condivisa della caserma ai migranti e non alla polizia, deve anche sopportare i disagi di questa festa. Mentre il nostro comitato non ha mai avuto il permesso di entrare nella caserma, qui organizzano raduni di propaganda, blindando la zona e togliendo pure parcheggi per due giorni ai residenti». Gli abitanti che protestano si sentono «cittadini di serie B»: «Le promesse sul numero dei migranti nella caserma e sui tempi della riconsegna alla polizia - aggiungono - vengono continuamente disattese. Il sindaco non ci ha mai incontrato, i presidi della polizia locale sono scomparsi, gli ospiti in caserma bivaccano spesso in giro, i centri sociali sono diventati padroni della nostra zona. Noi rivogliamo il nostro quartiere, vogliamo una zona sicura». Il comitato ha distribuito un volantino: «No alla paura e all'insicurezza. No agli immigrati alla Montello. Basta festeggiamenti». Il timore, spiegano al comitato, è finisca come con la politica adottata in via Padova: tante feste e parole, poca integrazione e scarsa sicurezza.

La giornata di ieri, organizzata da un altro comitato di residenti, «Zona 8 solidale», si è svolta in modo tranquillo. Le porte della caserma si sono aperte per la prima volta ai cittadini per la festa «Libera Montello-Oltre i muri». I visitatori potranno accedere anche oggi al cortile ma non agli spazi interni. I bambini della scuola Rinnovata Peucher hanno preparato uno spettacolo musicale. Tra i brani, la Canzone del sole e Bella ciao. All'esterno gli striscioni «Over the fortress» e «Stop war, not people» stridono un po' con i due soldati con i mitra spianati. Dentro la struttura gestita dalla Fondazione Fratelli di San Francesco d'Assisi onlus, molti curiosi, anziani, famiglie con bambini, qualche banchetto dei centri sociali. Sul campo di calcio si affrontano i Black Panthers, la squadra degli ospiti della Montello, e i ragazzi dell'oratorio San Giovanni. L'assessore alle Politiche sociali, Pierfrancesco Majorino, si limita a un «molto bella questa iniziativa». Nello, pensionato volontario di Zona 8 solidale, dice: «Capisco la paura di alcuni residenti, soprattutto perché i migranti sono concentrati qui in così gran numero (quello stabilito di 300 è stato superato, ndr). Anche per noi sarebbero meglio piccoli gruppi sparsi. Ma i timori non sono basati su fatti reali, per fortuna non è successo nulla di grave nel quartiere. Molti abitanti sono accoglienti, non hanno percezione di un'invasione. Piuttosto i problemi nasceranno quando queste persone verranno cacciate da qui e lasciate allo sbando». Il centrodestra attacca. «Il quartiere - sostiene il consigliere di Fi Silvia Sardone - merita rispetto, i cittadini vogliono che siano rispettati i patti, che il quartiere sia presidiato e dicono basta ai mega spot pro accoglienza». Riccardo De Corato, capogruppo di Fdi in Regione: «Non confondimao l'accoglienza con l'esigenza di rimandare a casa i clandestini».

E l'assessore lombardo al Territorio Viviana Beccalossi: «Con i milanesi della zona e con quelli che pretendono più sicurezza festeggeremo a gennaio», quando la caserma sarà destinata alla polizia.

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