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Gli Stati Uniti completano la riduzione dell'arsenale strategico fisso

Gli Stati Uniti manterranno 700 lanciatori ed altri cento in riserva pari ad un arsenale strategico di 1.550 testate a diverso rendimento.

Gli Stati Uniti completano la riduzione dell'arsenale strategico fisso

Gli Stati Uniti hanno ormai concluso la riduzione dei missili balistici intercontinentali Minuteman III, secondo quanto stabilito dai trattati di non proliferazione, portandoli da 450 a 400. La riduzione della forza missilistica strategica fissa, sarà completata entro le prossime tre settimane. Al 14 marzo scorso, l'Air Force manteneva pronti al lancio 406 missili Minuteman. Lo scorso gennaio l’Aeronautica Militare statunitense ha denuclearizzato 30 bombardieri B-52H.

Nel 2014, l'amministrazione Obama comunicò la postura strategica in conformità al New Strategic Arms Reduction Treaty che Stati Uniti e Russia sugellarono nel 2010. Oltre ai meccanismi di verifica non contemplati nei precedenti trattati, il New Start stabilisce una nuova riduzione degli asset strategici, pari al 30% dell’arsenale nucleare.

Donald Trump avrebbe criticato i parametri dell’accordo sulla riduzione delle armi nucleari strategiche nella sua prima telefonata da presidente avvenuta con Vladimir Putin, definendolo svantaggioso per gli Stati Uniti. Lo scorso dicembre su Twitter, Trump promise che avrebbe rafforzato la capacità nucleare Usa dopo quel “cattivo accordo negoziato”. In realtà è già in atto una strategia a lungo termine per modernizzare l’intera triade strategica statunitense per un costo che potrebbe sfiorare i mille miliardi di dollari per i prossimi trent’anni. Trump ha ordinato una revisione totale della postura strategica, compreso il nuovo piano di modernizzazione voluto da Obama. Il Pentagono si esprimerà entro la fine del prossimo anno.

La triade nucleare

Gli asset strategici come quello statunitense, russo e cinese si basano su una triplice capacità che conferisce al comandante in capo delle forze armate diverse opzioni d’attacco. Una precisa strategia che prevede l’impiego di diversi sistemi d’arma con potenza scalabile su piattaforme stratificate. Strategia elaborata fin dalla guerra fredda, ma che potrebbe dimostrarsi non più efficace in un asset moderno.

Secondo un paragone prettamente numerico, ma che non corrisponde ad una riduzione della letalità, la nuova forza Icbm terrestre degli Stati Uniti raggiungerà la sua dimensione più piccola dal 1962 quando i missili intercontinentali schierati erano 203. Nel 1963 la forza Icbm statunitense raggiunse i 597 missili pronti al lancio, portati a mille nel 1966. Il numero è stato poi ridotto gradualmente fino a 450 nel 1991. Tutti i presidenti da Lyndon Johnson in poi, hanno proceduto a ridurre l’arsenale strategico. Nonostante tutto, la capacità nucleare statunitense resta superiore a quella di Gran Bretagna, Cina, Francia, India, Israele, Corea del Nord e Pakistan messe assieme.

I 700 lanciatori del trattato New START

Secondo quanto stabilito nel 2010 dalla Nuclear Posture Review, gli Stati Uniti rimoduleranno la triade in base al New Strategic Arms Reduction Treaty. Entro il 5 febbraio del 2018, gli Stati Uniti avranno 700 lanciatori strategici schierati ed altri cento in riserva.

Componente strategica terrestre:

Tra poco meno di tre settimane, gli Stati Uniti avranno ufficialmente 400 ICBM Minuteman III nei silos del Wyoming, North Dakota e Montana sempre pronti al lancio. Ogni missile trasporta una singola testata da 300 kilotoni. Altri 50 missili sono stati posti in riserva. I 50 silos smantellati saranno mantenuti a caldo, cioè preserveranno la loro capacità di lancio. Sulla flotta Minuteman III, in base ai trattati di non proliferazione, è già stata rimossa la capacità Mirv/Marv per quattro testate a rientro multiplo indipendente. Boeing collabora con l'Air Force dal 1958 alla progettazione, assemblaggio e verifica del sistema Minuteman. Il sistema d’arma, entrato in servizio nel 1970, difficilmente riuscirà a sopravvivere alle difese aeree nemiche in linea dal 2030. La posizione geo-localizzata è il principale nemico della componente strategica terrestre in un attacco preventivo, ma rappresenta la componente fondamentale della Distruzione mutua assicurata.

Componente strategica aerea:

La componente strategica aerea americana si basa sulla capacità di infiltrare, in territorio nemico, bombardieri a bassa osservabilità equipaggiati con asset nucleari. Il First Strike è demandato al bombardiere B-2 (in attesa del Long Range Strike-Bomber, in servizio dal 2025), ma la potenza conferita da una occasionale azione di attacco di un sistema d’arma a bassa osservabilità, non garantirebbe la sconfitta del paese nemico. Per la componente aerea, il problema è di natura concettuale: un velivolo è fortemente limitato dalle sue dimensioni. I sistemi nucleari aviotrasportati andrebbero visti come la capacità di utilizzare delle armi tattiche o micro-tattiche con potenza scalabile per singole missioni che non richiedono una proiezione strategica standard. Secondo gli accordi sul disarmo, l’Air Force manterrà 60 bombardieri pesanti dispiegati con capacità nucleare. La flotta strategica è composta da 19 B-2A e 41 B-52H, passando da 93 a 60 piattaforme con capacità nucleare. 30 B-52H sono stati riconvertiti per ruoli convenzionali, sei posti in riserva. L’intera linea supersonica Rockwell International B-1B Lancer è stata denuclearizzata.

Componente strategica sottomarina

Il Dipartimento della Difesa sta procedendo alla rimozione di 56 tubi di lancio dalla flotta strategia Ohio portando il numero a 20 missili Trident II ad unità, pari a 240 Slbm dispiegati e 40 in riserva. Complessivamente, la forza Slbm passa da 336 a 280 missili. Approssimativamente, i sottomarini balistici trasportano oggi 890 testate. 506 testate W76/Mk4A da 100 Kt per la linea morbida di attacco ed 384 testate pesanti W88 / MK5 da 455 Kt. I missili Trident II trasportano mediamente una media di quattro-cinque W76-1 testate ciascuno. Tuttavia, ogni missile potrebbe trasportarne fino ad un massimo di dodici.

In base ai nuovi accordi, gli Stati Uniti manterranno in servizio 700 lanciatori ed altri cento in riserva pari ad un arsenale strategico complessivo di 1.

550 testate a diverso rendimento.

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