Cronache

Parliamone Sabato e la bufera Rai, Maggioni: "Chiedo scusa, errore inaccettabile"

Dopo le polemiche del web contro la puntata di "Parliamone Sabato" in cui si è discusso sulle donne dell'Est i vertici Rai sono stati costretti a scusarsi. La Maggioni: "errore folle, inaccettabile"

Parliamone Sabato e la bufera Rai, Maggioni: "Chiedo scusa, errore inaccettabile"

Durante la puntata di "Parliamone sabato", il programma condotto da Paola Perego su Rai1 si è parlato di un tema che ha fatto infuriare il web e ha fatto scattare la polemica: sono stati elencati, infatti, i motivi secondo cui gli uomini italiani preferirebebro le donne straniere.

Sullo schermo sono comparsi i motivi validi per "scegliere una fidanzata dell'Est" con tanto di discussione in studio che non ha lasciato indifferente il popolo del web che si è scagliato duramente contro la trasmissione e la discussione in studio. I vertici Rai a questo punto di sono scusati per ciò che è accaduto.

"Gli errori vanno riconosciuti sempre, senza se e senza ma. Chiedo scusa a tutti per quanto visto e sentito a #Parliamonesabato", ha dichiarato il direttore di Rai1 Andrea Fabiano.

Monica Maggioni, presidente Rai, ha affermato di non aver visto la puntata e di aver scoperto tutto dai siti: Quello che vedo è una rappresentazione surreale dell'Italia del 2017: se poi questo tipo di rappresentazione viene fatta sul servizio pubblico è un errore folle, inaccettabile".

"Personalmente mi sento coinvolta in quanto donna, mi scuso", ha aggiunto Maggioni, "ogni giorno ci interroghiamo su quale immagine di donna veicoliamo, su come progredire, uscire dagli stereotipi. Poi accade un episodio come questo: il problema non è una battuta inconsapevole, ma la costruzione di una pagina su un tema del genere: è un'idea di donna che non può coesistere con il servizio pubblico". "Per prima cosa - dice ancora la presidente - mi scuso. Poi come azienda cercheremo di capire come è nata una pagina di questo tipo".

"La puntata di Parliamone sabato andata in onda lo scorso 18 marzo su Rai 1 mi mette in imbarazzo come amministratrice Rai, come donna e come cittadina di questo paese", dice Rira Borioni, componente del Cda Rai. "Sono imbarazzata, arrabbiata e basita dal tema e dal tono usato in trasmissione intessuto di sessismo, luoghi comuni, superficialità, basse allusioni, sguardi ammiccanti, sottocultura maschilista e a tratti razzista", aggiunge. "Vergognoso. Non riesco in questo momento a trovare altre parole. Per questo trovo giuste le scuse chieste questa mattina dal direttore di Rai1 Andrea Fabiano. Auspico che non si ripetano più episodi del genere che mettono in crisi la fiducia dei cittadini nel servizio pubblico", conclude Borioni.

Franco Siddi, consigliere d'amministrazione di Viale Mazzini, parla di "grande amarezza e sconcerto. Stando sempre attenti a garantire le libertà di posizionamento sui temi sociali e sui fatti di costume, il significato stesso di servizio pubblico, va ricordato a tutti gli autori e protagonisti della nostra tv, richiede sempre di alzare l'asticella della responsabilità". "Non si tratta di censurare - prosegue Siddi - ma di avere riguardo del fatto che la Rai deve essere sempre bene pubblico, in tutte le sue espressioni. Sicuramente l'idea di eliminare i gruppi di ascolto e di valutazione di qualità interna per molti programmi, fatta a suo tempo anche per ragioni economiche, merita un ripensamento. Così pure diventa sempre più urgente l'articolazione funzionale delle responsabilità editoriali dentro le reti. E' ora anche di ripensare i limiti degli agenti nella realizzazione dei programmi esterni. Bene le scuse del direttore Andrea Fabiano che ci mette la faccia, ma occorre ora fare tesoro della lezione".

Il senatore Francesco Verducci, vice presidente della Commissione Vigilanza Rai, parla invece di "un pesantissimo concentrato di luoghi comuni e stereotipi sessisti da società feudale che mortificano interi secoli di conquiste civili e di emancipazione femminile". "La nostra società è molto più avanti di stereotipi insopportabili - sottolinea l'esponente pd - e riconosce alle donne (e agli uomini) la piena e consapevole libertà di poter scegliere i propri comportamenti, di non dover essere per forza sexy, di poter volendolo indossare pigiami, di arrabbiarsi o meno per i tradimenti del partner, di saper cucinare oppure anche no (per stare alle "tesi" contenute nel famigerato cartello apparso in trasmissione) e via così. Per questo il cartello messo in bella mostra in trasmissione, che pretende di catalogare i giusti comportamenti femminili, è un insulto insopportabile alla nostra libertà, che è tale solo quando vince la gabbia e il bullismo degli stereotipi". "I responsabili di questo scempio alla nostra cultura e alla nostra convivenza devono dimettersi - conclude Verducci - La Rai ha il compito di promuovere democrazia e diritti, quanto avvenuto sabato è molto più di un semplice incidente. Gran parte della programmazione d'intrattenimento, in specie mattutina e pomeridiana, va ripensata.

E i responsabili di quanto accaduto sabato devono dimettersi".

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