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Salvini si avvicina agli alleati Il centrodestra torna unito

Il leader leghista dà l'ok ad una federazione di partiti: «Ma niente minestroni». Berlusconi garante dell'asse

Salvini si avvicina agli alleati Il centrodestra torna unito

«Il centrodestra deve restare unito e vi giuro che resterà unito». Il giorno dopo l'incontro con i Seniores di Forza Italia a Villa Gernetto, Silvio Berlusconi non nasconde la soddisfazione per l'appuntamento con i rappresentanti del partito dall'età più avanzata, provenienti da tutte le parti d'Italia. L'idea è di replicare queste iniziative e trasformare il luogo dove doveva nascere l'università della libertà in una struttura strategica di formazione. Nelle prossime settimane qui si dovrebbero svolgere altri incontri con gli amministratori locali, con le donne del partito e con i difensori del voto.

Nella mente dei presenti, però, è rimasta soprattutto la ferma intenzione del presidente di Forza Italia di puntare su un centrodestra unito. Berlusconi è convinto che alla prova dei fatti le ambizioni di Matteo Salvini e Giorgia Meloni diventeranno carburante per la coalizione. I veti, da loro più volte annunciati in merito a un possibile rientro di Angelino Alfano non vengono presi troppo in considerazione perché questa ipotesi non è contemplata nel quartier generale azzurro. Di alcuni esponenti di Ncd, infatti, il presidente di Forza Italia non vuole sentir parlare. Inoltre i mal di pancia leghisti si stempereranno, secondo Berlusconi, nella corsa per la vittoria. Con Salvini presto ci sarà il faccia a faccia che, spiegano, «è nell'aria e potrebbe esserci a breve». La volontà, insomma, è trovare una sintesi tra popolarismo e populismo.

Proprio ieri il leader della Lega è tornato a parlare di alleanze, allontanando la lista unica e puntando, invece, su una federazione. «Non necessariamente dovremo fare una lista unica perché con una schifezza elettorale come questa in vigore io non sciolgo la Lega. Ma una federazione sì, la potremmo fare, magari dal nome Prima gli italiani», dice intervenendo a In mezz'ora. «Non mi chiedano di fare minestroni, no agli Alfano e ai Verdini. E poi ci vuole un programma condiviso. Ci stiamo lavorando da tempo e io su alcuni punti non sono disponibile a tornare indietro».

Qualcosa si muove, invece, nel movimento che Stefano Parisi sta cercando di costruire. Ieri è arrivata l'adesione di Maurizio Sacconi a Energie per l'Italia. «Aderisco, dopo due anni di lavoro politico indipendente, a un progetto che non si risolve in un nuovo piccolo partito» annuncia il presidente della commissione Lavoro. «La crisi del governo che ha riunito dall'inizio della legislatura partiti aderenti a Pse e Ppe, avviatasi con la rottura in occasione della elezione del presidente della Repubblica, si è ora definitivamente prodotta con la regressione a sinistra del Pd». Naturalmente bisognerà vedere come si evolverà il quadro delle varie formazioni di centro. In attesa della legge elettorale il mosaico resta spezzettato. Parisi continua la sua opera di reclutamento e cerca di recuperare consensi nell'area liberale e centrista. Ci si chiede, però, se quell'area con i Conservatori e Riformisti di Raffaele Fitto e con Idea di Gaetano Quagliariello non sia troppo affollata e non siano necessarie convergenze.

Interrogativi a cui si inizierà a dare risposta il 1 aprile quando nella sua convention nazionale Parisi chiarirà le sue intenzioni politiche.

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