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Fini alla Camera per celebrare l'Ue. È protesta: "Ha la faccia di bronzo"

Mattarella a Montecitorio per celebrare i Trattati di Roma. In Aula spunta anche Fini, indagato per riciclaggio e nei guai per l'arresto del cognato. Scoppia la polemica

Fini alla Camera per celebrare l'Ue. È protesta: "Ha la faccia di bronzo"

Mentre infiamma il caso di riciclaggio, che ha portato la procura capitolina a spiccare un ordine d'arresto per Giancarlo Tulliani, Gianfranco Fini si presenta alla Camera per celebrare l'unità dell'Europa in occasione delle celebrazioni dei trattati di Roma. Il primo ad accorgersi della presenza dell'ex leader di An, oggi indagato per riciclaggio nell'inchiesta sulla presunta associazione a delinquere transnazionale, che riciclava tra Europa e Antille i proventi del mancato pagamento delle imposte sul gioco on line e sulle video-lottery, è stato Maurizio Gasparri. Che su Twitter ha polemizzato: "Alla Camera si celebra l'Europa e Fini ha la faccia di bronzo da presentarsi a Montecitorio scambiandolo per Montecarlo".

Secondo la procura di Roma e il gip Simonetta D'Alessandro, nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata nei confronti di Tulliani, è singolare che in un partito come An dall'accentuata connotazione gerarchica, Fini ignorasse l'esistenza della vicende di un gruppo industriale che si preparava all'accesso a livello nazionale e all'esito di una gara bandita anni prima da un governo di cui Fini stesso era parte, per il lucrosissimo settore del gioco legale. A confermare i dubbi degli investigatori è stato l'ex parlamentare Amedeo Laboccetta che pochi giorni fa, correggendo buona parte delle dichiarazioni rese lo scorso dicembre durante un interrogatorio di garanzia, ha retrodatato al 2002 (anno in cui fu approvata la legge 289 in materia di giochi) la preparazione della società di gioco legale ad opera di avvocati intranei ad Alleanza Nazionale e a uomini vicinissimi a Fini.

I rapporti tra Corallo e Giancarlo Tulliani, con la sua famiglia, sarebbero sorti solo successivamente, quando l'imprenditore costituì delle società off shore per loro per la realizzazione di una serie di significativi affari immobiliari, nella speranza che il rapporto con Fini gli tornasse sempre utile soprattutto per superare una serie di difficoltà con strutture istituzionali maturate dopo l'esito della gara. E per diversi anni, a partire dal 2007-2008, i Tulliani diventano di fatto centrali ai fini della ricezione di ingentissime somme di denaro e varie utilità provenienti da Corallo.

"Come se nulla fosse - twitta Gasparri - Fini è in Aula alla celebrazione dei trattati di Roma". "Giancarlo Tulliani assente", chiosa il parlamentare di Forza Italia facendo leva sul fatto che l'ordine d'arresto non è stato eseguito perché il cognato di Fini si è, nel frattempo, trasferito a Dubai. Poi la stoccata: "Fini scambia Montecitorio per Montecarlo". La vendita della casa di Montecarlo è, infatti, uno degli episodi che dimostrano come Corallo si fosse attivato senza risparmio di risorse per diventare di fatto un socio dei Tulliani. E quando lui dopo qualche anno esce di scena, ecco che i Tulliani avevano in mano tanti di quei soldi da poter svolgere operazioni che lasciano tracce evidenti, come bonifici o vendita di appartamenti e relativa ripartizione dei proventi. Secondo i ricordi di Laboccetta, nel 2008 Tulliani, anche a nome di sua sorella e di Fini, informò Corallo che avrebbe dovuto aiutarli a comprare una casa a Montecarlo. Fu fatta una riunione negli appartamenti della Camera, presenti Giancarlo ed Elisabetta Tulliani, Fini, Corallo e lo stesso Laboccetta. In quella sede, Fini disse che lui e la compagna desideravano una casa proprio nel Principato aggiungendo testualmente "Siamo certi che vorrai aiutarci ad esaudire questo nostro desiderio".

Al che Corallo si dichiarò disponibile.

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