Cultura e Spettacoli

Ranucci e «Report» sconfitti dalla voglia di scoop

Una cosa proprio non si capisce della vicenda che ha portato Report al centro di una bufera devastante per la Rai. Perché Sigfrido Ranucci, giornalista di lungo corso e braccio destro di Milena Gabanelli per tanti anni, si è andato a infilare in un tale ginepraio? Ranucci ha preso le redini del più autorevole programma di informazione della tv pubblica un mese fa e, in sole quattro puntate, ne ha minato la credibilità. Perché, anche se si mostrassero vere le denunce riportate nell'inchiesta sui vaccini, la parziale ritrattazione che ne ha fatto ieri sul Corriere della sera («Forse non sono stato sufficientemente chiaro...»), rende il giornalista non più affidabile. Mai la Gabanelli sarebbe incorsa in tali errori: prima di mandare in onda delle inchieste, si parava da tutte le eventuali reazioni e querele. Invece Ranucci si è lanciato come un ariete: prima l'inchiesta sull'acquisto dell'Unità, poi in un sol colpo lunedì scorso i servizi sugli studi cinematografici di Benigni e quelli sulle controindicazioni del vaccino al Papilloma virus. Si è tirato così addosso le ira furibonde di tutta la sinistra e del Governo. A pensare male, viene in mente che Ranucci stia cercando di riposizionarsi in vista di una futura presa di potere dei grillini, che lo hanno difeso a spada tratta. In maniera meno dietrologica, vien da dire che il desiderio del giornalista di dimostrare la sua bravura anche senza la mentore Gabanelli con inchieste di grande clamore, gli abbia giocato un brutto scherzo.

Ps: perché la politica (come detto da molti) non può chiudere un programma come Report e invece può chiudere un programma come Parliamone sabato che ha fatto molti meno danni?

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