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Sì al biotestamento. Con scappatoia

Un emendamento dà il potere al medico di considerare nulle le volontà del malato

Sì al biotestamento. Con scappatoia

Roma Via libera della Camera alla legge sul Biotestamento che però sarà revocabile e potrà anche essere disatteso. Con una larga maggioranza (326 sì su 367 presenti) l'Aula di Montecitorio ieri ha licenziato il provvedimento sulle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, Dat, che ora passa al Senato dove è probabile debba affrontare un cammino più spinoso.

Il testo è «una porta spalancata all'eutanasia» per i cattolici come Paola Binetti soprattutto in riferimento alla decisione di catalogare come «terapie» la nutrizione e l'idratazione che dunque potranno essere rifiutate come «cure». In questo modo, sostengono, «si apre alla morte per fame e per sete». Accusa respinta dal Pd. «In questo testo non c'è eutanasia e non c'è il dottor Morte», ha rivendicato in dichiarazione di voto il capogruppo Pd Ettore Rosato. Anche Ileana Argentin nel suo intervento voluto ribadire da «disabile e presidente di associazioni con malati gravi che nessuno vuole morire, noi amiamo la vita ma non vogliamo soffrire». Favorevoli i grillini che avrebbero anzi voluto un testo più esplicito sul diritto all'eutanasia mentre un deciso no è arrivato dai cattolici della maggioranza Ncd, dalla Lega, da Forza Italia e da Fratelli d'Italia. Ieri sono state apportate alcune modifiche in extremis che hanno provocato l'ira del M5S come era già accaduto due giorni fa con l'introduzione della possibilità di obiezione di coscienza da parte dei medici.

Con un emendamento a firma di Mario Marazzitti (Democrazia Solidale) è stata introdotta la possibilità di disattendere le Dat in alcuni casi specifici ovvero qualora «appaiano manifestamente inappropriate o non corrispondenti alla condizione clinica attuale del paziente ovvero qualora sussistano terapie non prevedibili o non conosciute dal disponente all'atto della sottoscrizione». Per la relatrice del ddl Donata Lenzi del Pd era necessario trovare «un punto di equilibrio tra le esigenze del paziente e quelle del medico». Non la pensa così il M5S perché ritiene che in questo modo si renda «più difficilmente esigibile il rispetto delle volontà del malato». Nell'articolo 3 che disciplina le Dat si dispone che ogni persona maggiorenne e capace di intendere e di volere, in previsione di una propria futura incapacità di autodeterminarsi può esprimere le proprie convinzioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari.

È necessario che indichi un fiduciario che lo rappresenti nelle relazioni con il medico e con le strutture sanitarie. Le Dat possono essere scritte o videoregistrate ma potranno essere revocate anche a voce. Il medico è tenuto a rispettarne il contenuto ma il paziente non può obbligarlo a comportamenti contrari alla sua coscienza. Non verrà istituito un Registro nazionale delle Dat perché comporterebbe oneri per lo Stato.

Un vulnus del diritto visto che si creeranno disparità inevitabili tra Regioni.

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