Cronaca locale

Casa automobilistica sponsor di Cyclopride «Perché chi pedala non fa guerra a nessuno»

Il presidente Giammarco: «Politica in ritardo, la bici è sana ed economica»

Due giorni di «orgoglio» ciclistico, il 13 e il 14 maggio, per spiegare a tutti che andare in bici non significa far guerra a nessuno, che non si pedala contro qualcuno e che non si pedala per salvare il mondo. «Cyclopride non è contro chi si muove in auto- spiega Ercole Giammarco fondatore e presidente- Siamo convinti che le auto siano uno strumento indispensabile della moderna quotidianità ma che vadano usate solo quando è necessario. La bici è salutare, più veloce e più economica...». Due giorni di festa per tutti. Per bambini, famiglie, adulti con pedalate ed iniziative che porteranno molti a riscoprire una città, le sue vie e anche la sua storia. I più piccoli, con la guida di Fabio Lopez, ex bike manager del Comune, potranno partecipare ad una caccia al tesoro che farà loro conoscere le varietà botaniche del Parco Sempione oppure addentrarsi nel Castello Sforzesco seguendo favole e racconti sulla storia di Milano. Per chi invece vuole pedalare domenica ci sarà la classica escursione di una ventina di chilometri che porterà il corteo tra gli angoli più suggestivi della città, che spesso si ignorano quando ci si muove più velocemente che in bici. Ma Cyclopride non è solo una pedalata. Sono due giorni dove la bici e i temi che le ruotano attorno come la sicurezza di cui tanto si parla in questi giorni, saranno al centro dell'attenzione. Si vuole celebrare e promuovere la bicicletta come mezzo di trasporto e non solo come mezzo di divertimento. E il punto è proprio questo. Ognuno in bici è libero di fare ciò che vuole. Divertirsi, allenarsi, far gare, muoversi, lavorare. In realtà la bici non ha bisogno di etichette nè di tessere politiche. La bicicletta, usando una sintesi che forse a molti non piacerà, è furba, furbissima. Ed è furbo è chi la usa. Perchè nel caos sistematico delle città è il mezzo più veloce, perchè è salutare e non inquina, perchè non paga Area C e perchè non si pagano bolli, tasse, gabelle e neppure il parcheggio. «Ci tengo a sottolineare che quest'anno tra gli sponsor ci sarà anche una casa automobilistica- spiega Giammarco- e la cosa mi fa due volte piacere. Perchè dimostra che siamo diventati la controparte di un dialogo, cioè abbiamo un ruolo nella mobilità cittadina e perchè fa capire come la mobilità dolce non sia contro nessuno. La realtà è che a Milano, ma anche in altre città, sono sempre di più i cittadini pronti a cambiare il paradigma della loro mobilità». Ma qualcosa manca. Rispetto a Parigi, Londra, Berlino ma anche una città latina come Barcellona la politica è in ritardo: «Sì è così- spiega il presidente di Cyclopride- Anche di fronte ad istanze che non arrivano più da chi della bici fa una bandiera politica ma da mamme, papà, gente che lavora. Ed è grave che la politica sia un po' distratta, soprattutto in tempi come questi dove i costi sociali sono sempre più difficili da sostenere. L'uso della bici fa risparmiare costi enormi alla collettività sia dal punto di vista delle strutture che da quello sanitario. Sa che in Olanda il risparmio è di 31 miliardi a fronte di un investimento di 500 milioni per strutture ciclistiche? Da qui si deve ripartire e la politica deve fare qualche riflessione».

ARuz

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