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La passerella di Dior nelle praterie americane

E la donna è selvaggia Cappello da gaucho e gonne sopra la caviglia per uno show che (dicono) sia costato 8 milioni di dollari

La passerella di Dior nelle praterie americane

Los Angeles - L'accampamento più bello del mondo sta a un'ora e mezzo da Los Angeles. Ci arrivi facendo un pezzo della Highway 1, la mitica litoranea che da San Diego porta a San Francisco. All'improvviso si svolta a destra e comincia l'arrampicata verso un luogo d'incredibile bellezza. Si chiama Upper Las Virgenes Canyon Open Space Preserve ed è una vasta riserva naturale un tempo abitata dalla tribù dei Chumash.

La prateria si stende a perdita d'occhio e non sarebbe strano vedere Kevin Kostner che danza con il coyote chiamato Due Calzini in Balla coi Lupi. All'ingresso c'è un ranger con tanto di spilla appuntata sul petto che da lontano sembra la stella di latta consegnata al mito da John Wayne.

Poi vedi la scritta. E per un attimo pensi di avere le traveggole perché sulla collina di fronte campeggiano le stesse monumentali lettere della parola Hollywood visibile perfino su Google Maps. Stavolta dicono Dior Sauvage e non è tanto una pubblicità del famosissimo profumo maschile lanciato nel 1966 dalla maison, quanto il tema dell'incredibile collezione Cruise 2018 creata da Maria Grazia Chiuri, prima donna alla guida creativa dello storico marchio francese. La signora racconta che l'idea di sfilare a Los Angeles le è venuta quando ha scoperto che Christian Dior è venuto in California una prima volta nel 1947 e poi 10 anni dopo per festeggiare il decennale del New Look nella città degli angeli. Inutile dire che ispirarsi al glamour di Hollywood e dei red carpet sarebbe stato troppo scontato per questa donna speciale che in soli 10 mesi è riuscita a traghettare la donna Dior nella modernità senza mai tradire quella mistica della femminilità che da 70 anni esatti fa sognare il mondo intero. «Questa è la mecca del cinema, ma anche la terra dei grandi spazi, un vero e proprio santuario della natura» dice mentre le modelle che per la cronaca sono 83, una più bella dell'altra, si tengono a prudente distanza dal bush dove una mastodontica ranger con lineamenti da native american dice che si annidano scorpioni e serpenti. Questi ultimi non sono affatto rappresentati nelle fantasmagoriche Grotte di Lascaux scoperte vicino a Montignac, in Francia e coperte da incredibili pitture rupestri eseguite quasi 18000 anni prima di Cristo. I soggetti della cosiddetta «Cappella Sistina del Paleolitico» sono giganteschi uro (gli antenati ormai estinti dei tori), cervi e cavalli: gli animali-totem dello sciamanesimo cui di fatto questa superba collezione è ispirata.

Infatti tra i livre de chevet di Chiuri è da anni presente Donne che corrono coi lupi, capolavoro della psicoanalista Clarissa Pinkola Estés. A lei si deve un concetto che non è mai entrato in atelier ma nella testa di Maria Grazia sì e da lì si è trasformato in eleganza contemporanea: «La donna selvaggia è la salute di tutte le donne».

Non è il solo atout di questo grandioso lavoro. La designer ha infatti visto la mostra su Georgia O'Keeffe in corso al Brooklin Museum dove sono esposti anche i vestiti della grande artista americana. Ecco quindi che tutte le ragazze indossano il cappello da gaucho (portato anche da Diana Vreeland nel deserto del New Mexico dove viveva la O'Keeffe) su quei pazzeschi vestiti con la gonna a campana che si ferma a 20 centimetri dalle caviglie lasciando vedere gli anfibi stringati in alternativa alle infradito di piume. Sopra ci sono a volte dei lunghi trench dal taglio magistrale oppure dei poncho di coyote da perdere la testa (uno lo indossa anche Rihanna, tra i molti vip mischiati ai 750 invitati) e sublimi capi in suede con le frange. Uno di questi fa bella mostra di sé su Charlize Theron che è semplicemente magnifica al centro della tenda in cui siede Bernard Arnault.

Gli americani che con la Chiuri non sono mai teneri dicono che un simile show l'avrebbe dovuto fare Ralph Lauren e che potrebbe esser costato otto milioni di dollari. Vero o falso che sia, di sicuro i ricami delle pitture rupestri di Lascaux sulla raffia intrecciata delle gonne si possono fare solo in Europa e lo stesso dicasi dei superbi tarocchi Madrepace disegnati da Vicki Noble e Karen Vogel per gli abiti da sera in tulle e cristalli del finale. Le due massime esperte mondiali di matriarcato, simbolismo e femminismo sono tra il pubblico come Chimamanda Ngozi Adibe, la scrittrice nigeriana che fa paura a Boko Haram. Tremate, tremate, le selvagge son tornate.

E sono talmente belle che vi faranno innamorare.

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