Cultura e Spettacoli

Aleksievic, «morte» e resurrezione di un Nobel

Daniele Abbiati

Sì. Forse. No. Buona la terza, per fortuna. No, Svetlana Aleksievic non è morta. La scrittrice bielorussa premio Nobel del 2015, sta bene. Sicuramente molto meglio di un paio di persone.

Sta meglio della neo ministra francese della Cultura, Françoise Nyssen. Perché ieri, agli occhi di tutto il mondo social (e alle orecchie di chi ha ascoltato la conferenza stampa del Salone del Libro di Torino), è stata lei, la signora Nyssen, fra l'altro editrice, con Actes Sud, delle opere della Aleksievic, a lanciare il messaggio, cinguettando mestamente su Twitter: «Una terribile notizia. Mi annunciano ora che Svetlana Aleksievic è morta. Nessun'altra info». E sta meglio anche del giornalista italiano Tommaso Debenedetti, creatore del falso account della suddetta madame, subito smascherato con un messaggio riparatore. Debenedetti è noto ai meno per aver inanellato negli ultimi anni interviste rigorosamente inventate di malapianta a personaggi famosi, ma questa volta ha voluto superare se stesso, riuscendoci in pieno. Ora, può darsi che al prode Debenedetti stia sui cosiddetti la Aleksievic. O che gli stia sui cosiddetti la Nyssen. O ancora che addirittura a stargli sui cosiddetti sia Emmanuel Macron, il nuovo presidente francese, visto che proprio mentre era in corso il primo consiglio dei ministri da questi diretto il burlone ha fatto partire la sua presa per i fondelli. In ogni caso, la figura del cosiddetto, in fondo, l'ha fatta proprio lui.

Tutto è bene quel che finisce bene. Svetlana Aleksievic se ne sta tranquilla a Minsk e presto ritirerà un premio in Italia. Premio vinto per i libri editi anche dalla Nyssen. Quanto a Tommaso Debenedetti, non ci sono altre notizie.

Né vere né false.

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