Cronaca locale

Una Biennale per i nuovi talenti in mostra alla Villa Reale di Monza

Il Serrone ospita fino a luglio pittura, fotografia e scultura

Francesca Amè

A Venezia ha appena inaugurato la Biennale d'arte, ma c'è un'altra Biennale che in Lombardia merita una visita, se non altro perché prova a proporre al pubblico firme e idee nuove sul mercato dell'arte, attraverso un'opera di scouting tra i giovani. Per vederla bisogna andare alla Reggia di Monza, nel Serrone in particolare, che è spazio non semplice per la sua forma allungata, con le vetrate che si affacciano sul celebre roseto e che per l'edizione 2017 della «Biennale Giovani Monza» (fino al 16 luglio) è stato occupato dalle opere di trenta artisti. Fotografie, video, sculture e dipinti: non c'è limite al formato usato e nemmeno un tema che accomuna l'esposizione. C'è però una scelta curatoriale particolare, fatta per accentuare il processo di inserimento sul mercato e sul mondo del lavoro di artisti ai loro primi passi o ancora in formazione. Sono stati chiamati infatti cinque docenti-artisti di altrettante Accademie di Belle Arti, che hanno selezionato a testa sei partecipanti, tra studenti ancora in corso e altri già diplomati. «Questa settima edizione della Biennale vuole essere un primo ponte di collegamento tra le aule d'insegnamento e una sede espositiva di prestigio», ha detto Daniele Astrologo Abadal, direttore scientifico della rassegna che punta tutto sugli under 35. Si sono prestati al compito Marcello Maloberti per la Naba di Milano, Bruno Muzzolini per l'Accademia di Brera di Milano, Stefano Pasquini per l'Accademia Albertina di Torino, Davide Rivalta per l'Accademia Clementina di Bologna e Cesare Viel per l'Accademia Ligustica di Genova: le opere dei giovani artisti rimarranno nel patrimonio delle civiche collezioni, come spiega l'assessore alla Cultura Francesca Dell'Aquila, e Gerardo Genghini, che coordina il progetto da anni, ha notato come tela e pennello, con il passare delle edizioni, stiano subendo la concorrenza di video e fotografia digitale. Lo sa bene Bruno Muzzolini, che di digital video è docente all'Accademia di Brera ed egli stesso artista che sfrutta le tecnologie della fotografia e del video digitale: Evitare le paludi accademiche è stata l'indicazione che ha imposto ai sei studenti selezionati. Spiccano i lavori di Tea Andreoletti («Invito a pranzo»), un foglio di carta scritto a mano e incorniciato, e soprattutto della coppia di artiste serbe Iva Kontic e Maja Maksimovic che, in She under the plum tree, realizzano una serie di intense fotografie, accompagnate a musica, che riflette sulla rappresentazione del corpo femminile nelle canzoni pop-folk del loro Paese. Un'opera complessa per due artiste così giovani.

Interessanti anche le selezioni di Davide Rivalta e di Cesare Viel, così come di Stefano Pasquini, titolare del corso di Tecniche Grafiche Speciali all'Accademia Albertina di Torino: anche se gli artisti selezionati ricorrono a tecniche eterogenee, tutti e sei si confrontano con la natura, tanto da fare identificare quest'isola curatoriale con una «Nuova Arcadia», con tele e cromatismi come quelle di Ottavia Plazza i cui colori sembrano spremuti dai limoni.

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