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Vaccini obbligatori, la Lorenzin ci riprova e spacca il governo

Scuola, il testo oggi in Consiglio dei ministri Ma la Fedeli vuole limitarlo a nidi e asili

Vaccini obbligatori, la Lorenzin ci riprova e spacca il governo

È guerra sull'obbligo di vaccinazione per frequentare la scuola. Oggi in Consiglio dei ministri arriva il decreto che mira introdurre la profilassi obbligatoria ma il governo non ha una posizione unitaria ed infatti la prima bozza che prevedeva l'obbligo lungo tutto il ciclo scolastico è finita nel cestino. Sono inconciliabili le posizioni del ministro della salute Beatrice Lorenzin con quelle della titolare dell'Istruzione Valeria Fedeli. La prima chiede che sia introdotto l'obbligo fino a 10 anni ovvero fino alla quinta elementare. Ma per la Fedeli va circoscritto soltanto a nido e asilo quindi da zero a 6 anni. La Fedeli esclude di impedire l'iscrizione a scuola dei bimbi non vaccinati. «Dobbiamo tenere insieme il diritto all'istruzione e alla formazione con l'obbligo delle vaccinazioni», incalza la Fedeli che propone di sanzionare i genitori, non di penalizzare i bambini escludendoli da scuola. Una proposta però ritenuta inutile da medici ed esperti perché le sanzioni ai genitori non hanno alcuna efficacia sulla propagazione di un virus. «Non è una questione politica - ribatte la Lorenzin - ma di salute pubblica». E i numeri forniti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità sembrano darle ragione visto che Italia e Romania da sole contano il 48 per cento dei casi di morbillo in tutta la Ue.

Alla vigilia del Cdm sono intervenuti in modo deciso e definitivo a favore dell'obbligo sia illustri giuristi sia scienziati, preoccupati dalla recrudescenza dei casi di morbillo saliti fino ad oggi a 2.395.

Il costituzionalista Sabino Cassese sul Corriere della sera ha spiegato che il diritto alla salute prevale su quello all'istruzione: «Il primo riguarda la vita stessa della persona, e prevale sul secondo». Nel confronto entra anche l'Accademia nazionale dei Lincei esprimendo con nettezza «parere favorevole rispetto all'obbligatorietà delle vaccinazioni per accedere a scuola, a salvaguardia del diritto all'istruzione e alla vita di relazione anche dei bimbi più fragili» In un documento ufficiale esperti (tra i quali Guido Forni, Alberto Mantovani, Lorenzo Moretta e Giovanni Rezza) scrivono che «non utilizzare a dovere i vaccini è un delitto» anche perché «sulla sicurezza dei vaccini a nostra disposizione sono disponibili dati scientifici affidabili». Ma anche dal mondo scientifico unanimemente schierato a favore dei vaccino si è levata qualche voce più favorevole alla «raccomandazione».

Il braccio di ferro è iniziato un settimana fa quando la Lorenzin ha scatenato il putiferio annunciando che in consiglio dei ministri avrebbe presentato un decreto per l'imposizione della profilassi nelle scuole di ogni ordine e grado ovvero da 0 a 18 anni: nidi, materne, elementari, medie e liceo. Ma subito da Palazzo Chigi era arrivata una brusca frenata, chiarendo che nessun provvedimento era all'ordine del giorno. Poi però era intervenuto l'ex premier Matteo Renzi, che sulla battaglia per i vaccini si è speso in prima persona, appoggiando l'iniziativa della Lorenzin. Alla fine era stato il premier Paolo Gentiloni a confermare che il decreto sarebbe stato discusso oggi in Cdm. Ma gli ostacoli non sono stati superati e la bozza arriva in Cdm ampiamente modificata.

L'introduzione dell'obbligo della vaccinazione non sarà comunque indolore perché sono già pronti i ricorsi associazioni di cittadini e di genitori contrari all'imposizione.

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