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Roma e Napoli si arrendono. Pensano al posto Champions

Spalletti: "Scudetto della Juve. È la più forte, lo merita". Sarri: "Vogliamo solo fare il nostro record di punti"

Roma e Napoli si arrendono. Pensano al posto Champions

Era da quindici anni che a due giornate dalla fine non c'erano tre squadre ancora in lotta per il titolo, ma rispetto all'indimenticabile finale del 2002 stavolta lo scudetto della Juve viene dato per scontato un po' da tutti. A cominciare da quelli che in teoria potrebbero provare a soffiarglielo: «Il campionato lo vincerà la Juventus perché è stata la più forte - predice Spalletti senza sembrare scaramantico -, ha dettato il ritmo, si è fatta trovare pronta in tutte le partite e quindi lo merita». Sarri invece parla di «sogno che aiuta a lavorare meglio» ma probabilmente pensa già all'anno prossimo, più che a questo.

Insomma Roma e Napoli credono poco al Crotone e preferiscono concentrarsi sull'obiettivo più realistico, quel secondo posto che vale dai 32 ai 35 milioni e che i giallorossi sembrano aver opzionato. Sarri, che potrebbe dover fare a meno di Allan, ne è consapevole e cerca di motivare i suoi a prescindere dall'esito di Chievo-Roma il cui risultato sarà noto al fischio d'inizio di Napoli-Fiorentina: «Dobbiamo pensare al record di punti nella storia del club, ce ne mancano solo tre per batterlo e se poi questo ci consentirà di recuperare un posto tanto meglio. Di sicuro con la Fiorentina sarà dura perché è una squadra che ci mette in difficoltà nel possesso palla: normalmente facciamo il 62-63%, contro di loro si abbassa a circa 50-52 e la cosa ci disturba perché non siamo abituati».

Se Sarri cerca di non pensare alla Roma, Spalletti fa lo stesso col futuro. E alle domande sui suoi eventuali eredi o sul possibile approdo all'Inter prova a rispondere in una maniera sola: «Chievo». In questo caso il timore riguarda «la capacità di verticalizzare e di aggredire le seconde palle» della squadra di Maran, contro cui potrà utilizzare due armi in più: Strootman, che ha scontato le due giornate di squalifica ed è pronto a riprendere il suo posto a spese di Paredes, e Dzeko che ha smaltito il problema al polpaccio e anche ieri si è allenato in gruppo. Il bosniaco ci tiene a giocare anche per tenere a distanza gli inseguitori nella classifica dei cannonieri (altro duello col Napoli, c'è Mertens che lo insegue a due lunghezze) e questo farà sì che anche nella penultima partita da romanista Totti partirà dalla panchina.

«Lo devo trattare come uno che fa parte di una squadra, faccio delle scelte e a volte l'ho penalizzato - ammette Spalletti -, di questo mi dispiace. Però io la formazione la faccio per cercare di portare vantaggio alla Roma e così sarà anche nelle ultime due partite». Tradotto: se la lotta per il secondo posto resterà viva anche all'ultima giornata, il numero 10 rischia di doversi accontentare di uno scampolo anche nel giorno dell'addio.

Poi le loro strade si divideranno: l'allenatore dice che «il futuro dipende dalla partita col Chievo», ma la realtà è che, ormai da molto tempo, a Trigoria c'è posto al massimo per uno dei due.

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