Cronaca locale

"Vogliono privatizzare le palestre scolastiche. Penalizzati i piccoli club"

L'ex provincia al verde vuole mettere a reddito gli spazi delle scuole con concessioni lunghe

Foto d'archivio
Foto d'archivio

Palestre scolastiche privatizzate? La ex Provincia ci starebbe pensando seriamente. La possibilità che la città metropolitana, alle prese con un bilancio pauroso, possa «mettere a reddito» impianti e locali sportivi delle scuole milanesi, adesso è nero su bianco, in una mozione di due leghisti, Gianluca Boari (ex presidente del Consiglio di zona 3) e Pietro Marrapodi. «La Città metropolitana, che ha preso il posto della Provincia di Milano per effetto della legge 7 aprile 2014 - dicono - attraverso il Settore Gestione amministrativa patrimonio e programmazione rete scolastica ha competenza in materia di istituti secondari superiori. Deve garantire un livello di manutenzione ordinaria e straordinaria quanto più possibile dignitosi. Sono spazi degli istituti le palestre e gli spazi a essi collegati per lo svolgimento di attività sportive».

Gli spazi per attività sportive possono essere concessi in orario extrascolastico alle condizioni decise dalle scuole. Ora su questo aspetto è intervenuta, secondo i due leghisti, una novità di non poco conto: «Il 17 maggio - riferiscono - la direzione del settore Gestione amministrativa patrimonio e programmazione rete scolastica ha convocato presso la sala consiliare della Città metropolitana un incontro di lavoro con la presenza del consigliere delegato Franco D'Alfonso in merito alle ipotesi di concessione pluriennale degli spazi sportivi in orario extrascolastico». All'incontro erano presenti numerose associazioni anche del Municipio 3, di cui fanno parte Boari e Marrapodi, che oggi si dicono preoccupati del fatto che le società sportive piccole, non professionistiche, possano essere penalizzate. «Esistono - dicono - decine di associazioni che operano a Milano e in generale sul territorio della Città metropolitana, che essendo formate da volontari non esercitano attività a scopo lucrativo garantendo attività sportive a costi contenuti». Soprattutto le più piccole «non hanno la capacità economica e gestionale per impegnarsi con concessioni pluriennali dagli elevati costi al fine di contribuire al pagamento delle spese di ristrutturazione e manutenzione delle palestre scolastiche che l'Ente città Metropolitana ha difficoltà a sostenere a causa delle politiche del governo italiano degli ultimi anni».

Boari e Marrapodi chiedono quindi alla Zona di intervenire affinché nei criteri di concessione delle palestre non siano favorite grandi realtà (anche a scopo di lucro) a discapito di coloro che da anni lavorano sul territorio promuovendo attività nei quartieri.

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