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Migranti, da Roma a Mantova: ecco dove saranno i nuovi Cpr

Il Viminale stanzia 2,8 miliardi di euro per l'accoglienza degli immigrati. Ecco dove sorgeranno i nuovi Cpr città per città

Migranti, da Roma a Mantova: ecco dove saranno i nuovi Cpr

"Il primo Centro permanente per i rimpatri che sarà attivato è quello di Bari-Palese". Nel corso di una audizione davanti alla Commissione migranti Gerarda Pantalone, capo del Dipartimento Libertà civili e Immigrazione, disegna una prima, possibile "mappa" dei nuovi Cpr che, nell'intento del governo Gentiloni, sono destinati a sostituire i vecchi Cie. Con una premessa: "La legge prevede dei tempi e dei costi per la realizzazione, 500 posti per il prossimo anno e gli altri per l'anno successivo fino a 1.600 ma noi siamo partiti da subito perché l'interesse del ministro Minniti, se le regioni ci aiutano, è quello di riuscire a partire già da ieri".

La "mappa" dei nuovi Cpr

A Bari-Palese il Viminale ha progettato una struttura da 126 posti. Si tratta di una ristrutturazione di una struttura già esistente. Ora è iniziata la fase di emanazione del bando per la gestione. Ma è solo la prima di una lunga serie che vedrà l'apertura di nuovi Cpr in tutto lo Stivale. "Abbiamo già individuato le località in cui far sorgere gli altri Centri previsti dalla nuova legge - fanno sapere dal Viminale - ci delle ipotesi su cui si sta lavorando, siamo in attesa dell'ok delle Regioni". Scendendo nel dettagli, a Roma è previsto il potenziamento di una struttura già esistente ma danneggiata. Anche qui i lavori sono già in corso: "Ci sono solo 125 posti dedicati alle donne, ce ne saranno altri 125 per gli uomini". A Torino i posti disponibili per il Cpr oggi sono 118. E sono in fase di definizione i lavori per altri 35 sino ad arrivare ai 180 previsti. A Potenza, poi, è in corso il riadattamento di una struttura che in passato avrebbe dovuto ospitare un Cie, poi mai aperto: i lavori, già in corso, per una capienza di 150 posti dovrebbero terminare entro la fine dell'anno.

Dal Viminale fanno, poi, sapere che in Friuli Venezia Giulia la scelta è caduta sull'attuale centro di Gradisca di Isonzo. "L'idea - spiegano - è quella di utilizzare una parte dell'attuale struttura utilizzata come centro di accoglienza come Cpr da cento posti, con contestuale ridistribuzione sul territorio regionale degli ospiti in accoglienza". Per la Sardegna, cento posti a Iglesias, in un ex casa mandamentale che necessita di lavori di riadattamento. In Calabria è stato ipotizzata l'apertura del Cpr a Mormanno, in un ex campo base utilizzato per la costruzione della Salerno-Reggio Calabria. In Emilia Romagna sarà ristrutturato l'ex Cie di Modena dove saranno messi a disposizione sessanta posti. In Lombardia un Centro da cento posti dovrebbe sorgere a Montichiari, in provincia di Brescia, in una ex caserma in parte al momento destinata all'accoglienza degli immigrati. Anche in questo ultimo caso servono lavori di adeguamento ma non c'è ancora un progetto. Un Cpr da 100-150 posti, infine, sorgerà in Campania, a Santa Maria Capua Vetere (Caserta), all'interno di una ex caserma già utilizzata in passato per la prima emergenza nel Nord Africa, al confine con il carcere militare. "Anche qui - sottolineano dal Viminale - c'è bisogno di lavori di ristrutturazione".

I costi dell'accoglienza

Nel corso dell'audizione di oggi, la Pantalone ha ricordato che nel Def del 2017 sono previsti da 4,2 miliardi di euro a scenario normale e 4,6 miliardi in un scenario di crescita del fenomeno dell'immigrazione. Fondi che dovranno essere così ripartiti: il 18,8% va alle operazioni di soccorso in mare, il 13% all'assistenza sanitaria e il 68,2%, pari a 2,8 miliardi, per l'accoglienza.

Il capo del Dipartimento Libertà civili e Immigrazione ha, poi, spiegato che, dei 2,8 miliardi destinati all'accoglienza, 2 miliardi sono gestiti dal Dipartimento: 1,3 miliardi per l'accoglienza in senso stretto, 405 milioni per le strutture Sprar, 170 milioni per il Fondo per i minori non accompagnati, 52 milioni per la manutenzione dei centri, 28 milioni per le spese amministrative del Dipartimento, 15 milioni per le commissioni territoriali e 9 milioni per le collaborazioni con Paesi terzi.

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