Politica

Ferisce la ex in strada, poi si spara

La coppia con quattro figli si stava separando, lei se n'era andata: sono gravissimi

Paola Fucilieri

Milano Le chiamano «separazioni conflittuali». Un'espressione rispettabile dietro la quale si misurano gli insostenibili errori dell'essere imperfetto che è l'uomo. E che condensa in due parole ibride storie complesse di amori andati in pezzi, sofferenze di ogni tipo, violenze fisiche e psicologiche, pronte a trasformarsi in pochi attimi in femminicidi o duplici omicidi per placare l'inferno dentro. Quello che sentivano Antonietta Di Nunno e Ciro Sorrentino, 35 e 38 anni, compagni di vita, genitori di quattro bambini piccoli, da qualche tempo nemici giurati. Ieri lui, geloso allo spasimo della madre dei suoi figli e incapace di accettare il durissimo cammino della separazione consensuale, l'ha ferita gravemente in un parcheggio, in mezzo alla strada, sparandole un proiettile alla nuca; quindi si è puntato l'arma a una tempia e ha premuto il grilletto. Entrambi ricoverati, al Policlinico e al San Raffaele. Lei è in condizioni disperate, il suo ex compagno lotta per la vita, ma chissà fino a quando.

Originari entrambi di Borghetto Lodigiano (Lodi), ma residenti con i loro bambini in un appartamentino a nord di Milano, in zona Mac Mahon, da troppo tempo non rispecchiavano più nemmeno lontanamente l'immagine della famiglia felice, che mangia volentieri biscotti a colazione e piatti pronti a cena. Vivevano insieme per necessità: la donna senza lavoro e Ciro, che con i suoi precedenti per stupefacenti e frequentazioni non proprio da seminarista, tirava a campare. Due cuori e una capanna non esistono, si sa. Soprattutto quando le bocche da sfamare in tutto sono sei. Così dopo liti cruente, peggiorate con la folle gelosia di lui, avevano capitolato e deciso di separarsi.

Stare sotto lo stesso tetto però non è facile, figuriamoci quando non si va più d'accordo. Mercoledì sera, mentre i bambini erano ospiti di parenti, dopo l'ennesima, violenta discussione Antonietta se ne torna dalla madre a Segrate.

Segue, per diverse ore, il silenzio inquietante e premonitore del marito. Che si presenta davanti alla casa della suocera ieri, intorno alle 16.30, a bordo del suo maxi scooter, pronto a confrontarsi con la ex compagna apparentemente con intenti chiarificatori.

Ma non c'è nulla di bello, di positivo in una separazione, tanto meno le parole. E dopo aver fatto salire Antonietta e raggiunto un parcheggio all'aperto, in via Cellini, tutto degenera in una manciata di secondi. Appena scende dallo scooter Sorrentino spintona più volte la sua ex, qualcuno in strada si ferma a guardarli e la sequenza dell'uomo che estrae una semiautomatica calibro 6.30 (poi si scoprirà essere un'arma con la matricola abrasa, cioè cancellata, come sono sovente le pistole negli ambienti malavitosi, ndr) e la punta alla nuca di lei per sparare è così veloce, disperatamente fulminea, da sembrare un tutt'uno, un'unica scena. Poi le ambulanze, la corsa in ospedale, i carabinieri. E il silenzio più cupo.

In fondo al quale sembra di avvertire, lontano, il pianto di quattro bambini.

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