Economia

Le venete si aggrappano ad Atlante

Ma Guzzetti le gela: «Da fondazioni non arriverà più un euro. Chiedete al Tesoro»

Le venete si aggrappano ad Atlante

Lo stallo sulle banche venete continua mentre aumenta il nervosismo fra i giocatori in campo rimasti senza la palla. Ovvero quel miliardo chiesto ai privati dalla Commissione Ue, in cambio del via libera al salvataggio di Stato, che nessuno intende tirare fuori.

Lo ha già detto chiaramente l'ad di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, mercoledì scorso. E gli ha fatto eco, ieri, Giuseppe Guzzetti, patron delle fondazioni, presidente di Cariplo nonchè azionista di Quaestio che controlla il fondo Atlante: «Le Fondazioni associate in Acri non intendono mettere più un euro». Eppure il ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan, ha escluso un bail-in. E allora questo miliardo chi lo sborsa? «Bisogna chiederlo a Padoan. Come Fondazione non li metto. Abbiamo già speso 538 milioni e vedremo che fine fanno», ha proseguito Guzzetti. Il banchiere di sistema e il grande vecchio della finanza, che di Intesa è anche storico azionista, si sono stufati. Lo scorso 11 maggio lo stesso Guzzetti aveva spiegato che il fondo Atlante «ha trovato nelle banche venete una situazione di gran lunga peggiore a quello che era stato scritto nei prospetti». E sulla base di prospetti definiti «falsi» da Guzzetti il fondo ha già «bruciato» 3,5 miliardi nonostante sia «nato per rilevare gli npl ma poi, «è stata deviata da questo obiettivo» per salvare le banche venete. E non lo hanno deciso «gli uscieri dei palazzi romani ma coloro che in quei palazzi esercitano legittimamente la loro funzione politica, economica istituzionale, sociale, bancaria» dopo che Unicredit «ha dichiarato che non era in grado di mantenere la garanzia» sull'aumento di capitale della Popolare di Vicenza: «quindi quell'aumento sarebbe fallito, sarebbe fallita la banca, trascinando nella crisi tutto il sistema», aveva ricordato l'avvocato comasco.

Eppure anche ieri i cda straordinari della Vicenza e di Veneto Banca hanno invitato i rispettivi ad - Fabrizio Viola e Cristiano Carrus - a «verificare la posizione di Quaestio, gestore di Atlante, in merito alla sua eventuale partecipazione all'operazione di ricapitalizzazione prevista». Verifica che sembra inutile alla luce delle dichiarazioni di Messina, il principale sottoscrittore del fondo, e soprattutto di Guzzetti che non a caso ha detto di bussare al Tesoro, non alla porta del fondo che questa volta resterà chiusa.

Insomma, è il ministro Padoan che dopo aver escluso pubblicamente il bail in ora deve trovare una soluzione. «La Commissione Ue continua ad alzare la posta e ora dovrebbe puntare i piedi», sostengono fonti romane. Aggiungendo però che non può farlo finchè non sarà portato a casa il risultato per il salvataggio del Monte dei Paschi.

Salvata Mps, si vedrà se Bruxelles sarà clemente con le venete, che non sono considerate sistemiche come Siena. O se invece stringerà il cappio.

Alla vigilia delle elezioni.

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