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Rai, Fico: nuovo dg e cda per la campagna elettorale

"Resettiamo il cda e creiamo un Cda nuovo con un direttore generale nuovo", chiede il presidente della commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, ospite di "In mezz'ora" di
Lucia Annunziata su Raitre

Rai, Fico: nuovo dg e cda per la campagna elettorale

Il presidente della Vigilanza Rai, Roberto Fico (M5S), a In 1/2 ora sottolinea che servono un nuovo direttore generale della Rai e un nuovo cda "per condurre la campagna elettorale in un clima più sereno e sopra le parti. È importante che la Rai segua la campagna elettorale in modo sereno, che possa garantire tutti". Non usa mezzi termini l'esponente pentastellato, secondo il quale il sistema di trasparenza ha portato la Rai a migliorare negli ultimi anni i propri conti ma "ciò che non va è soprattutto l’informazione dei telegiornali".

Intervistato da Lucia Annunziata l'esponente grillino osserva che i tg "hanno agito in contiguità totale con il passato, senza rinnovare, fare approfondimenti. Avere tre tg uguali a se stessi qui c’è stato l’errore principale". Questo, ha aggiunto, è stato l’errore principale di Gubitosi e Campo Dell’Orto. Quando metti mano ai tg i partiti e anche i giornalisti creano una cortina di ferro che "fa sì che rimanga tutto immobile".

E attacca Matteo Renzi: "Lui cerca di smarcarsi, ma è colui che ha scelto il direttore generale della Rai, è colui che ha voluto approvare una legge sulla governance della Rai in opposizione a quella del Movimento 5 stelle ed è la persona che insieme al Partito democratico ha scelto al maggioranza dei consiglieri di amministrazione all'interno dell'azienda. Qualsiasi cosa si è mossa e si muove oggi quindi è stata colpa di Matteo Renzi e del Partito democratico".

Il presidente della Vigilanza osserva che il Tg1 ha "storicamente una funzione vicina al governo, poi sono nati il Tg2 e il Tg3 secondo le aree culturali. Noi - sottolinea- dobbiamo superare questa lottizzazione del passato in riferimento alle aree culturali". Per Fico si può fare un tg più ampio e più vicino al territorio: "Può essere una room unica con varie diramazioni e un coordinamento migliore tra i giornalisti".

Il tetto sui compensi va applicato.

Fico ha osservato che Vespa, che si definisce più artista che giornalista perché non vuole aderire al tetto di 240 mila euro, "può definire come vuole la sua professione, ma se c’è un tetto da applicare lo applichiamo a tutti".

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