Cronaca locale

La polizia allontana gli squatter sacrileghi Loro salgono sul tetto

Sgombero nello stabile dove gli anarchici esposero la Madonnina e lo striscione osceno

La polizia allontana gli squatter sacrileghi Loro salgono sul tetto

Fine. All'occupazione abusiva, alla rivolta blasfema, all'oltraggio scadente e gratuito in nome del «pirata». Ieri mattina, dopo un'attenta valutazione logistica durata qualche settimana (numero di occupanti, tipologia d'intervento, possibili reazioni ed eventuali successive azioni-tampone) la questura ha organizzato lo sgombero dei sette anarchici del collettivo di area anticlericale radicale «Brancaleone», tra cui due donne, che da otto mesi vivevano nella palazzina di via Gadames, tra la zona Certosa e il Gallaratese, proprietà della congregazione dei Padri Passionisti. Tre piani, centoventi metri quadrati ciascuno, passati in rassegna dalla polizia con l'ausilio dei carabinieri del Comando provinciale e della Guardia di Finanza. Gli squatter non hanno mollato la presa e, per ripicca, saliti e arroccatisi sul tetto dello stabile, hanno messo in bella vista il baluardo-bandiera del pirata. Sono seguite ore e ore di simbolica sfida con le forze dell'ordine.

Una occupazione che non aveva voluto restare nella semi ombra di tante altre, posizione che probabilmente le avrebbe garantito una durata maggiore. No. Gli anarchici circa un mese e mezzo fa hanno voluto infarcire la loro azione abusiva di una connotazione religiosa oscena. E dopo aver issato e bendato una statua della Madonnina sul balcone, le hanno accostato uno striscione a sfondo sessuale, particolarmente volgare. Troppo volgare.

Il settimanale «Famiglia Cristiana» ha segnalato l'episodio sul proprio sito, la Diocesi di Milano si è lamentata con un comunicato poi finito anche su Twitter, quindi lo sdegno di tutta la comunità cattolica, con la Digos che cominciava a tenere sotto controllo una situazione già nota, con un'attenzione particolare, preparatoria allo sgombero.

A quel punto gli anarchici hanno sostituito lo striscione con un altro seppur polemico, decisamente più moderato: «Il peccato è nello sguardo di chi giudica». Un po' tardi per evitare contro reazioni. E mentre la Milano dell'Expo e degli eventi internazionali continuava a tollerare l'offesa sacrilega, la polizia si preparava a intervenire.

Fino a ieri, quando la questura ha deciso che era arrivato il momento più opportuno per lo sgombero. A metà mattina, dopo aver bloccato tutte le vie circostanti per impedire il possibile arrivo di sostenitori dell'area antagonista, la questura ha comunicato al rappresentante della proprietà che si poteva cominciare con le operazioni di sgombero degli oggetti all'interno.

Come ha spiegato ieri padre Andrea, rappresentante della proprietà, all'Ansa, la palazzina era stata occupata dal collettivo «Brancaleone» un paio di giorni prima dell'inizio dei lavori di ristrutturazione, che prevede il rifacimento di parte del tetto e della facciata, rendendo così agibili due appartamenti da destinare a due famiglie con quattro figli ciascuna. Nuclei famigliari disagiati a cui la congregazione dei padri Passionisti concederà le abitazioni in comodato d'uso per quindici anni e che stavano solo aspettando lo sgombero per poter entrare.

«Ringrazio le forze dell'ordine per lo sgombero di via Gadames - ha dichiarato ieri Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia - Un'operazione auspicata dai cittadini e che, purtroppo, è stata molto lenta.

È evidente il silenzio di queste settimane del Comune che, di fatto, ha rallentato l'intervento non rendendolo prioritario nonostante lo sdegno di tanti milanesi».

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