Cronaca locale

Gli squatter blasfemi «okkupano» ancora

Mandati via da una palazzina dei frati assaltano un'altra casa vicino a Musocco

Paola Fucilieri

Recidivi in tempi stretti, sul fronte delle occupazioni, gli antagonisti lo sono sempre stati. Il principio a cui s'ispirano è uno solo, magari un po' datato ma certo granitico ed efficace: lasci uno stabile e ne trovi subito un altro. L'ha messo in pratica, qualche anno fa, il «Lambretta», in zona Città Studi, con un andirivieni da una villetta Aler in piazza Ferravilla all'ex istituto di grafica di via Occhialini da far perdere la pazienza (e la testa) anche a un santo.

Stesso copione quindi ieri, ovvero the day after lo sgombero, organizzato in zona Certosa dalla questura della palazzina di via Gadames, un edificio di tre piani di proprietà della congregazione dei Padri Passionisti occupata da otto mesi dagli squatter blasfemi del collettivo «Brancaleone». I sette «ragazzi», tra cui due donne - ascesi alla ribalta delle cronache nazionali per aver issato sul balcone dello stabile una statua della Madonnina bendata e affiancata da uno striscione sacrilego - mercoledì, durante l'intervento delle forze dell'ordine per allontanarli, si sono barricati sul tetto, per poi scendere solo in tarda serata e farsi sfrattare definitivamente. Giusto in tempo quindi, per applicare la mattina successiva, ieri, il solito principio: due di loro, insieme a una decina di altre persone sempre di area anarchica, infatti, hanno occupato un altro stabile, stavolta decisamente fatiscente, in via privata Repubblica di San Marino, tra Quarto Oggiaro e Musocco. La situazione in queste ore resta sotto il monitoraggio della Digos: la costruzione è adiacente al capannone di una ditta il cui proprietario aveva già fatto un esposto a fine maggio perché alcune persone avevano organizzato un rave party nella struttura. E anche ieri mattina alcuni ragazzi sono saliti sul tetto. Intanto, sempre ieri, a margine della sua visita alla centrale operativa della polizia locale, il questore Marcello Cardona ha preferito non parlare di soddisfazione a proposito dello sgombero di via Gadames.

«La soddisfazione non c'entra - ha spiegato il numero uno di via Fatebenefratelli a chi gli chiedeva lumi sull'allontanamento degli anarchici -, era un dovere istituzionale e giuridico. Ci sono cose che si devono fare immediatamente e altre che si devono fare con intelligenza. Noi non vogliamo esibire muscoli. Qualcuno si è lamentato delle forze dispiegate (il capogruppo di Fratelli d'Italia in regione, Riccardo De Corato, proprio parlando dei sette squatter asserragliatisi sul tetto in via Gadames, ha criticato infatti le spese dovute all'utilizzo di 200 uomini tra vigili del fuoco, polizia di stato e locale, ndr).

Noi mettiamo in campo forze proporzionate alla sicurezza di tutti, che diano garanzie sia alle persone che vengono controllate sia ai nostri operatori» ha concluso Cardona.

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