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È giallo sul figlio di Gheddafi: ​nessuno sa dove sia realmente

"Finora nessuno l'ha visto e non ci sono prove concrete che sia stato liberato e che sia vivo"

È giallo sul figlio di Gheddafi: ​nessuno sa dove sia realmente

Cresce il mistero sulla sorte di Saif al Islam Gheddafi, del quale si sono perse ufficialmente le tracce dalla sera del 9 giugno quando la brigata Abu Bakr al Siddiq di Zintan lo ha liberato dallo stato di detenzione nel quale si trovava da alcuni anni. Le notizie diffuse subito dopo la sua liberazione lo davano ad al Baida, protetto dalla tribù locale, mentre negli ultimi giorni sono circolate voci sulla sua presenza a Ubari, nel sud della Libia. Mohammed Hussein Omar, ex consigliere politico del governo transitorio libico di al Baida, non riconosciuto dalla comunità internazionale, mette in dubbio la veridicità di queste voci. Intervistato dal sito informativo arabo "Quds Press", il consigliere politico libico ritiene che Saif al Islam sia ancora a Zintan o in una località sconosciuta in quanto "finora nessuno l'ha visto e non ci sono prove concrete che sia stato liberato e che sia vivo". In realtà nelle ultime ore è circolato sul web un video che, secondo fonti algerine, ritrarrebbe lo stesso Saif al Islam insieme a dei tuareg nella città di Ubari. Per Omar, tuttavia, la liberazione del figlio di Gheddafi "danneggerebbe il generale Khalifa Haftar al primo posto in quanto quest'ultimo si ritroverebbe un nuovo avversario politico", mentre le notizie che circolavano su una vicina riconciliazione nazionale legata alla scarcerazione di Saif al Islam "sono bugie che non hanno fondamento".

Nel video pubblicato sul web Saif al Islam sarebbe l'uomo che, vestito di una lunga tunica marrone, cammina insieme a esponenti di tribù tuareg per le strade di Ubari, città nel sud della Libia al confine con l'Algeria le cui famiglie sono legate a quella dei Gheddafi. A riferirlo è il quotidiano algerino "al Fadjr", secondo il quale presto il figlio del colonnello che ha guidato la Libia per decenni potrebbe ritornare ad avere un ruolo politico nel paese.

L'analista politico libico ed ex portavoce del governo di transizione libico di al Abdel Hakim Maatuq, da parte sua, ha confermato l'arrivo di Saif al Islam Gheddafi nella città di Ubari. Parlando al quotidiano egiziano "al Youm al Sabeh", Maatuq ha spiegato che il figlio del defunto colonnello libico è giunto nella città, accolto dai Tuareg della zona fedeli alla sua famiglia, sin dalla liberazione decisa dalla brigata di Zintan il 9 giugno scorso. L'analista ritiene che prossimamente Saif al Islam possa rivolgere un video messaggio ai libici. Al suo arrivo a Ubari Saif al Islam sarebbe stato accolto da un gruppo di ex militari del passato regime. Anche diversi siti internet di sostenitori del passato regime libico parlano della registrazione di un messaggio di Saif al Islam e del fatto che possa avere in futuro un ruolo politico nel paese. Saif al Islam era stato arrestato dalla brigata di Zintan nel novembre del 2011 mentre si trovava sulla strada per il Niger in fuga dopo la morte del padre. Nel luglio del 2015 il tribunale d'Appello di Tripoli lo aveva condannato a morte per la repressione delle proteste in Libia. Secondo il sito informativo libico "al Marsad", in molti ritengono che Saif si possa schierare ufficialmente a fianco del generale Khalifa Haftar e che sia stato proprio quest'ultimo a volere la sua liberazione.

Si dice convinto di un ritorno sulla scena politica di Saif al Islam Gheddafi anche l'avvocato e analista politico Ibrahim Ghweil. Parlando nei giorni scorsi al Cairo nel corso di una festa organizzata nella capitale egiziana in occasione della liberazione del figlio del colonnello libico, Ghweil ha spiegato ai presenti che "nella prossima fase ci sarà una riconciliazione complessiva della società libica e verrà completato il progetto di Libia al Ghad (la Libia del domani, piano che con Gheddafi prevedeva il passaggio del potere di padre in figlio) che si è fermato nel 2011, per far uscire il paese dalla sua crisi". A presentare questo piano, secondo Ghweil, citato dal sito informativo "Akhbar Libya", sarà lo stesso Saif al Islam. Alla festa è intervenuto anche Ali al Ahwal, ex coordinatore del Congresso delle tribù libiche, il quale rivolgendosi a una serie di funzionari del passato regime libico e rappresentanti di diverse associazioni e gruppi libici presenti in Egitto, ha chiesto alle tribù di "manifestare il loro sostegno a Saif al Islam per far sì che svolga il suo ruolo per salvare il paese".

Il procuratore della Corte penale internazionale (Cpi), Fatou Bensouda, nel frattempo ha chiesto l'immediato arresto e la consegna alle autorità della Corte di Saif al Islam e Al Tuhamy Mohamed Khaled, sui quali spicca un mandato di cattura per crimini contro l'umanità. "Il mio ufficio è a conoscenza delle ultime notizie dei media secondo cui lo scorso 9 giugno Saif al Islam Gheddafi sarebbe stato liberato dal suo stato di custodia dalla brigata Abu Bakr al Siddiq della città di Zintan in Libia", precisa la Bensouda in un comunicato stampa pubblicato dal sito della Cpi. "Attualmente stiamo verificando queste informazioni e prendendo le misure necessarie per determinare la posizione del signor Gheddafi. A tal fine, invito le autorità della Libia, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e tutti i paesi che aderiscono allo Statuto di Roma, altri stati ed entità pertinenti ad inviare al mio ufficio qualsiasi informazione pertinente in loro possesso", si legge nella nota.

La scarcerazione della "Spada dell'Islam", avvenuta in teoria venerdì 9 giugno, non era stata ancora confermata da un'apparizione pubblica. Sulla piattaforma Youtube erano stati caricati alcuni filmati del figlio di Gheddafi spacciati per nuovi, ma risalenti in realtà all'epoca della passata Jamahiriya. In rete circolava voce che Saif al Islam avrebbe fatto un discorso alla nazione il 27mo giorno del Ramadan (il 22 giugno), ma intanto la località dove si trova resta ancora un mistero.

Al momento l'unica conferma semi-ufficiale della presenza del secondogenito del rais ad Al Baida, nell'est della Libia, tra le città di Bengasi e Derna, è arrivata dalla tribù degli al Barasi che dichiarano di averlo preso in custodia. I sostenitori di Gheddafi hanno riferito che Saif al Islam durante il tragitto si sarebbe fermato a proprio a Ubari, roccaforte gheddafiana, dove ci sarebbero stati festeggiamenti in suo onore.

Le stesse fonti parlano di manifestazioni per celebrare la liberazione di Saif al Islam in diverse parti del sud della Libia, mentre su Youtube è comparso anche un video di festeggiamenti avvenuti a Bani Walid, località 150 chilometri a sud-est di Tripoli dove il sostegno per il passato regime è ancora forte. (

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