Economia

Carige, Fiorentino in pole Schema Etruria in Veneto

La Vigilanza Ue: "Una banca è fallita se non ripaga il debito". Allo studio una bad bank

Carige, Fiorentino in pole Schema Etruria in Veneto

Settimana bollente sul fronte bancario e per i tre diversi focolai di crisi. Da Bruxelles intanto arriva il monito di Daniele Nouy, presidente del Supervisory Board alla Banca centrale europea. «Una banca è in stato di fallimento o a rischio di fallire se è incapace di ripagare il suo debito», ha dichiarato la Nouy rispondendo a una domanda sulla spagnola Banco Popular e su eventuali analogie con le banche venete. Analogie che aumentano di giorno in giorno. «Veneto banca è fallita?», ha infatti chiesto ieri, a bruciapelo, Renato Brunetta, capogruppo alla Camera di Fi, al ministero dell'Economia Pier Carlo Padoan, evidenziando come «il Tesoro venerdì scorso abbia deciso di emanare un decreto legge che sospende dalla sera alla mattina il rimborso» delle obbligazioni subordinate ai loro possessori», ovvero il rimborso del debito.

Non solo. Per Pop Vicenza e Veneto Banca, accantonata la soluzione di sistema, inseguita nelle ultime settimane dal governo senza successo, si profila la cessione a un euro con la replica dello schema della «good bank» e della «bad bank» già visto per Etruria & C. Il Tesoro ha affidato a Rothschild la gestione della ricerca e di soggetti privati potenzialmente disponibili a partecipare al salvataggio delle due banche venete, a cui verrà consentito l'accesso al «data room» sotto vincolo di riservatezza. In pole position per la parte sana (filiali, crediti in bonis per 35-40 miliardi, raccolta per 11 miliardi e personale) ci sarebbe Intesa Sanpaolo, sufficientemente solida per l'acquisizione e interessata a espandersi nel Nord Est, ovviamente una volta che Pop Vicenza e Veneto Banca siano state ripulite da pendenze legali e da incagli e sofferenze: ci sono 10 miliardi da cedere, almeno nelle intenzioni. Più defilata Unicredit che, finora, si era resa disponibile a soluzioni di sistema. Altre attività come le quote in Arca, Banca Apulia, Banca Nuova potrebbero essere vendute a parte.

Nel frattempo, da Genova, è in arrivo la nomina di Paolo Fiorentino (ex Unicredit) a capo azienda di Banca Carige, dopo la sfiducia a Guido Bastianini voluta da Vittorio Malacalza, azionista al 17,6% del capitale. Il comitato nomine era ancora in corso quando Il Giornale è andato in stampa. La nomina si è resa necessaria di fronte al pressing della Bce che chiede un nuovo piano industriale entro il 23 giugno, comprensivo di aumento di capitale (7-800 milioni rispetto agli iniziali 450) e riduzione degli Npl.

Quanto a Mps, il d-day è fissato per il cda del 29 o del 30 giugno che esaminerà il piano di ristrutturazione da inviare alla Commissione Ue.

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