Politica

Donna investe e uccide il suo stalker

Lei: «Mi ha ferita col coltello», ma la sua versione presenta qualche zona d'ombra

Nino Materi

Ieri mattina erano da poco passate le 8, quando l'asfalto si è macchiato di sangue in via Roma, nel parcheggio davanti all'ingresso della biblioteca di Villongo (Bergamo), comune al confine con la provincia bresciana.

Per l'intera giornata su tutti i siti, la notizia è apparsa col medesimo titolo: «Stalker albanese l'accoltella, lei lo investe con l'auto uccidendolo». E giù una valanga di post del tipo: «Brava!», «Hai fatto bene», «È quello che si meritava».

Un coro di sdegno comprensibile, se le cose fossero andate esattamente così. Ma c'è un «se».

Tra le persone che hanno subito soccorso la donna, c'è infatti chi ha notato particolari che gettano qualche ombra sulla ricostruzione «ufficiale»: «Il braccio era fasciato, forse si trattava di una vecchia ferita... E poi non è stato trovato nessun coltello...». Quindi, come sono andate davvero le cose? Al momento l'unico riscontro è la versione rilasciata dalla donna, 44 anni, impiegata comunale, che si trova ricoverata in ospedale sotto choc.

«Stavo andando al lavoro in biblioteca - ha raccontato la donna -, ma davanti al cancello ho trovato il mio ex armato di coltello che ha cominciato a inveire contro di me. Poi si è avvicinato e mi ha colpita, ferendomi al braccio. Allora sono risalita in macchina per fuggire. Nella concitazione di quei momenti l'ho involontariamente investito. Poi sono scesa dalla vettura per capire cos'era accaduto e prestare soccorso. Successivamente ho saputo che lui è morto». L'intervento dei medici non è servito infatti a salvare la vita all'uomo investito, un albanese di 43 anni. La donna e il suo presunto stalker in passato avevano avuto una relazione e da tempo pare che l'albanese la «perseguitasse», al punto da spingere l'impiegata a sporgere una denuncia per stalking: circostanza però smentita dai carabinieri che stanno indagando sul caso; ma l'impiegata insiste: «Lui mi seguiva, l'ultima segnalazione fatta ai carabinieri risale all'altroieri. Ma loro non hanno fatto nulla».

Attonito il sindaco di Villongo: «Il mio ufficio è a pochi metri dalla biblioteca, quando ho sentito le urla mi sono precipitata nel parcheggio e ho chiesto alla donna cosa avesse fatto. Mi ha risposto che quell'uomo aveva un coltello e che lei lo aveva denunciato per stalking».

Il pm oggi interrogherà la donna che da un anno era stata spostata dagli uffici comunali alla biblioteca, perché nel gennaio scorso era stata coinvolta in un'indagine sui furbetti del cartellino.

L'impiegata è originaria di Chiari (Brescia); la vittima (con piccoli precedenti penali) era invece residente nella zona di San Bernardino, sempre nel comune di Chiari. Tra loro una breve relazione caratterizzate da tensioni: crisi che - pare - la nascita di un figlio avesse acuito. Fino al più tragico degli epiloghi.

Nei confronti della donna non è stato adottato adottato nessun provvedimento giudiziario.

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