Politica

Furgone contro la moschea «Uccido tutti i musulmani»

Un gallese 47enne si lancia sui fedeli. Il bilancio è di un morto e 9 feriti. L'imam lo salva dal linciaggio

Erica Orsini

Londra Ennesimo attacco terroristico a Londra, ma stavolta l'obiettivo era la comunità musulmana. Venti minuti dopo la mezzanotte, un uomo si è lanciato con il proprio furgone contro un gruppo di fedeli della moschea di Finsbury che stavano soccorrendo un anziano sentitosi male: l'anziano è morto più tardi e altre nove persone sono rimaste ferite. Tutte le vittime sono musulmane ed erano appena uscite dalla moschea dopo aver pregato nel periodo di interruzione del digiuno imposto dal Ramadan. L'aggressore è stato poi identificato come Darren Osborne, un bianco 47enne di Cardiff, padre di famiglia con 4 figli non noto ai servizi di sicurezza britannici. È uscito dal furgone gridando «voglio uccidere tutti i musulmani», ma è stato bloccato dalla folla fino a quando non è stato consegnato alla polizia che è giunta sul posto dopo otto minuti.

Testimoni hanno raccontato che Osborne ha rischiato il linciaggio, evitato grazie al pronto intervento dell'imam della moschea Mohamed Mahmud. «La gente lo picchiava -ha raccontato alla Bbc Adil Rana - ed era comprensibile visto quello che aveva appena fatto». Un altro testimone ha detto che l'uomo continuava a gridare «ve lo meritate» e quando si trovava nelle mani della folla avrebbe urlato più volte «uccidetemi, io il mio lavoro l'ho fatto». Dopo l'arresto l'attentatore è stato portato in ospedale per controlli sulla sua salute mentale. Ieri mattina, appena terminata la riunione con la commissione speciale Cobra, il Primo Ministro Theresa May ha condannato duramente «un altro attacco terroristico, nauseante come gli altri che abbiamo avuto». «Un attacco - ha detto - che ancora una volta colpisce gente innocente - questa volta i musulmani britannici. Si è trattato di un'aggressione ai musulmani vicino al loro luogo di culto e come ogni atto terroristico, in qualunque forma e da qualunque parte provenga, ha sempre lo stesso obiettivo. Cerca di dividerci e di spezzare il prezioso legame di solidarietà e appartenenza che condividiamo in questo Paese. Non lasceremo che questo accada». May ha poi lodato l'eroismo e la generosità della gente comune in questo momento così difficile per il Paese garantendo che «tutte le strategie anti terrorismo sono state riviste per dare la polizia e ai servizi di sicurezza tutti i poteri di cui hanno bisogno». Una risposta indiretta alla richiesta di ulteriori fondi per la polizia avanzata sempre ieri dal sindaco laburista di Londra Sadiq Khan.

Immediato anche l'intervento del leader laburista Jeremy Corbyn, che è anche rappresentante eletto per Islington North. «Un attacco a una moschea, o a una sinagoga o a una chiesa - ha detto Corbyn che si è recato immediatamente sul posto - è un attacco a noi tutti. Abbiamo il dovere di proteggere la fede degli altri e il loro modo di vita, questo è ciò che rende forte la nostra società».

Intanto la comunità musulmana chiede più controlli e più sicurezza. Il Muslim Council of Britain ha definito l'incidente come «la più violenta manifestazione di islamofobia» degli ultimi tempi, ma vi erano già stati molti altri episodi preoccupanti.

I leader religiosi hanno fatto appello alla calma, ma la paura spesso ha il sopravvento e le persone cominciano ad aver timore di uscire, di andare alla moschea o di portare i bambini al parco, consapevoli di venir visti ormai, più che come vicini di casa, come potenziali nemici.

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