Cronache

Scordare la moglie in strada l'ultimo brivido proibito

Scordare la moglie in strada l'ultimo brivido proibito

Nessuno sollevi obiezioni sul termine «femminicidio», pena l'essere tacciati di insensibilità e maschilismo e di chissà cos'altro, ma allora non si biasimi chi proprio non ne può più e, per esempio, si dimentica la moglie: insomma io non riesco a non provare profonda solidarietà per l'abbandonismo. Che se poi andiamo a vedere previene anche il femminicidio. Una donna non si tocca neppure con un fiore ma, se necessario, si lascia all'autogrill, quanto sarà mai grave? Definizione del termine abbandonismo: dimenticarsi la moglie in qualche luogo, ricordarsene a un certo punto e cercare infine di recuperarla perché diversamente non si può fare.

Come è successo ieri a quel motociclista di Torino che ha chiamato i carabinieri in lacrime perché si è perso appunto la moglie lungo il tragitto. Li ha chiamati in lacrime per disperazione, secondo me, perché gli è tornato in mente di doversela riprendere, mica perché temeva di averla persa. Diciamo la verità: la moglie dimenticata suscita ilarità, simpatia, partecipazione, e una notizia del genere viene da commentarla così, non è come pensare a un povero cucciolo di cane smarrito per l'autostrada, o a un bambino dimenticato in auto. Nessuno dice «poverina», e sappiamo già che dietro gli sdilinquimenti di Madame Bovary e Anna Karenina ci sono delle povere vittime maschili. D'altra parte in letteratura le donne ideali non sono mai le proprie mogli: Dante, Petrarca o Leopardi avevano un gran daffare nell'amare delle donne ideali, perché non le hanno mai sposate.

Nell'apprendere dell'avvenuto abbandono ti vengono in mente, piuttosto, dei background di recriminazioni, musi lunghi e mille rimproveri: non stare troppo su Facebook, non uscire con gli amici, non guardare le donne, non sorridere alla tua amica, non bere, non fumare, non mangiare troppo, non prendere medicine, prendi le medicine, non vestirti così, non guardare porno, ecc.

È ovvio che uno in vacanza vorrebbe partire senza nessuno, in beata solitudine, o con amici, per fare una pausa dal lavoro, e anche dalla moglie, dovrebbe essere imposto per legge. La moglie, non è neppure colpa sua, rappresenta l'anti-desiderio per antonomasia, per questo tra i comandamenti la religione giudaica ha inserito «non desiderare la donna d'altri», perché la propria è indesiderabile, si rende tale perché questo è il suo ruolo.

Tra i miei amici, tutti quelli che hanno una moglie sono depressi, perché devono organizzare le vacanze seguendo capricci balneari e sfuriate isteriche e diktat nazisti sulla gestione dei figli, e sembra debbano prepararsi a una tortura, come quando devono accompagnarle a fare shopping. Una moglie, in molti casi, e in questi tempi di femminismo, ti può rovinare la vita, fartela diventare peggio di una prigione.

E a proposito di prigione, oltre all'abbandonismo, da sdoganare c'è anche il liberismo. Non nel senso del liberismo economico, ma quello della liberazione degli uomini dalle mogli che li opprimono, a costo di metterli in prigione. Per esempio sempre ieri, a Roma, un venticinquenne agli arresti domiciliari ha chiesto alla polizia di essere riportato in carcere perché stressato dalla coabitazione forzata con la moglie.

Stare a casa con lei era peggio del carcere, rendiamoci conto di cosa avrà subito, pover'uomo.

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