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Il New York Times pubblica la lista delle "bugie" di Trump

Il New York Times pubblica una lista di tutte le affermazioni false pronunciate dal presidente americano sin dal giorno del suo insediamento, il 20 gennaio, con tanto di grafici per illustrare l'andamento delle bugie

Il New York Times pubblica la lista delle "bugie" di Trump

Nuovo attacco del New York Times a Donald Trump. Il quotidiano pubblica una lista di tutte le affermazioni "false" pronunciate dal presidente sin dal giorno del suo insediamento il 20 gennaio, con tanto di grafici per illustrare l'andamento delle bugie. "Non vi sono precedenti di un presidente americano che passa così tanto tempo a dire cose non vere", scrive il quotidiano,
sottolineando che l'ascesa politica di Trump è stata costruita sulla bugia che Barack Obama non fosse nato in America. E la sua propensione a non dire la verità è anche al centro del Russiagate, con l'ex direttore dell'Fbi James Comey che ha denunciato sotto giuramento le "bugie" del presidente.

Trump "sta cercando di creare un'atmosfera in cui la realtà è irrilevante", avverte il quotidiano, secondo il quale Trump ha detto almeno una bugia o una cosa non vera al giorno nei primi 40 giorni della sua presidenza, ovvero fino al primo marzo. Da allora bugie e falsità sono state registrate in 74 degli ultimi 113 giorni. I giorni senza bugie sono spesso quelli in cui non manda messaggi su Twitter, in genere quando si trova in vacanza nella sua residenza di Mar-a-Lago in Florida o quando gioca a golf.

Il giornale della Grande mela sottolinea che alcune bugie cambiano nel tempo. Dopo aver rinunciato a definire ufficialmente la Cina paese manipolatore di valuta, come aveva sempre detto in campagna elettorale, Trump ha fatto sapere di aver cambiato idea perché Pechino ha smesso di comportarsi male. Ma le date della presunta svolta cinese cambiano di giorno in giorno: il 21 aprile Trump ha detto che è avvenuta quando si è insediato, il 29 aprile l'ha situata durante le elezioni, il 30 aprile quando è stato eletto, il primo maggio quando si è candidato e il 4 maggio ha affermato che è avvenuta "quando ho iniziato a parlare di manipolazione della valuta".

Il presidente sino ad ora ha mantenuto il sostegno della maggior parte di chi l'ha votato e della leadership repubblicana al Congresso, ma secondo il New York Times paga un prezzo per le sue bugie.

Secondo i sondaggi il 60% degli americani ritiene che Trump non sia onesto, in crescita rispetto al 53% registrato al momento del suo insediamento.

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