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Blindati sul Brennero: ora anche l'Austria chiude la sua frontiera

Vienna pronta a schierare i militari al confine Convocato l'ambasciatore. Minniti: «Ingiustificato»

Blindati sul Brennero: ora anche l'Austria chiude la sua frontiera

Soldati e blindati al confine, crisi diplomatica. Non siamo alla vigilia di una guerra, ma di certo a un livello di tensione che non si registrava da decenni fra Paesi europei. La decisione dell'Austria di schierare l'esercito alla frontiera con l'Italia, per impedire l'ingresso agli immigrati, sta scuotendo la tenuta stessa dell'Unione. D'altronde, c'era da aspettarselo che Vienna dispiegasse i militari, lo stesso ministro della Difesa austriaco, Hans Peter Doskozil, lo aveva annunciato in un'intervista che sarebbero stati rafforzati i controlli sul confine se non fosse rallentato il flusso di profughi dal Mediterraneo.

«I preparativi per i controlli alla frontiera con l'Italia non sono solo giusti ma anche necessari - ha detto il ministro degli Esteri austriaco Sebastian Kurz . Noi ci prepariamo e difenderemo il nostro confine del Brennero se ciò sarà necessario». Un chiaro messaggio per Roma e Bruxelles da Vienna, che rispedisce al mittente le accuse contro la propria politica sui migranti. «Abbiamo accolto più persone di quanto non abbiano fatto gli altri stati europei», ha aggiunto Kurz sostenendo che «l'Unione europea deve chiarire che un soccorso effettuato nel Mediterraneo non è un ticket per l'Europa. I migranti vanno respinti oppure vanno fermati alle frontiere esterne e portati su isole come Lampedusa».

Un brutto colpo per il governo italiano, che ha reagito convocando alla Farnesina l'ambasciatore austriaco Renè Pollitzer. Ma la politica dell'accoglienza indiscriminata, tolti i soliti politicamente corretti, piace a pochi in Europa. E non parliamo di Polonia, Ungheria a altri Paesi dell'Est europeo. Ma di Spagna e Francia, le quali avevano chiuso i porti alle navi delle Ong che andavano a raccogliere migranti nel Mediterraneo. Parigi, inoltre, ha sempre vigilato strettamente la frontiera italiana di Ventimiglia, impedendo agli immigrati ormai accampati lì da mesi di superare la frontiera. Non solo. Il premier francese Edouard Philippe è anche intervenuto in merito alla crisi fra Italia e Austria, dichiarando in Parlamento: «Aiutare sì, subire no, mai». E ha spiegato che la volontà del governo francese è ridurre i tempi delle procedure per le richieste d'asilo e allontanare chi non ne ha diritto, cioè i migranti economici.

Sulla questione Brennero ci sono già le prime indiscrezioni sul dispositivo militare che provvederà a vigilare il confine. Secondo l'agenzia austriaca Apa, sono stati inviati quattro mezzi blindati Pandur, mentre nel giro di tre giorni può essere attivato il dispiegamento di 750 militari, 450 dei quali messi a disposizione dai reparti stanziati in Tirolo, mentre gli altri arriverebbero dal comando militare della Carinzia.

Molti hanno letto nella decisione austriaca una strategia elettorale del nuovo leader del centrodestra Kurz (il 15 ottobre, infatti, l'Austria andrà alle urne per le elezioni politiche anticipate), il quale adotta una linea dura sull'immigrazione nella speranza di erodere voti all'estrema destra del Partito della Libertà.

Naturalmente da Bruxelles arrivano rassicurazioni. Il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker ha annunciato un pacchetto di misure per alleviare la pressioni dei migranti sull'Italia. Con questa iniziativa, ha detto Juncker, «dimostreremo con i fatti che vogliamo rimanere solidali, soprattutto con l'Italia che dimostra un atteggiamento eroico. La solidarietà è d'obbligo».

Di che cosa si tratta? L'impegno a sostenere un centro di coordinamento in Libia, la preparazione di un codice di condotta per le Ong, l'invito a Tunisia e Libia a istituire aree di salvataggio e sostenere i rimpatri dei migranti irregolari dall'Italia, esortando però il nostro Paese ad accelerare le procedure per i richiedenti asilo. Sarà sufficiente?

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